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Palme e violacciocche |
L
a Domenica delle Palme o Domenica della Passione
del Signore chiude il lungo periodo Quaresimale, iniziato il mercoledì delle
ceneri, e apre la Settimana Santa, la quale celebra i misteri della salvezza
portati a compimento da Cristo negli ultimi giorni della sua vita. In questo
giorno si rievoca l’entrata di Gesù a Gerusalemme, sede del potere civile e
religioso in Palestina, e in ricordo del suo trionfo, si benedicono le palme e
si legge il racconto della sua passione e morte. Caratteristica di questo
giorno è la benedizione delle palme. Tale uso è documentata già a Gerusalemme dalla
fine del IV secolo e quasi subito fu accolta dalla liturgia della Siria e
dell’Egitto. In Occidente giacché questa domenica era riservata a
cerimonie pre-battesimali (il battesimo era amministrato a Pasqua) e all'inizio
solenne della Settimana Santa, benedizione e processione delle palme trovarono
difficoltà a introdursi; entrarono in uso prima in Gallia (sec. VII-VIII) dove Teodulfo d’Orléans compose l’inno
” Glória, laus et honor tibi sit, Rex Christe, Redémptor… ” (Gloria,
lode e onore a te, Re Cristo Redentore); poi in Roma dalla fine dell’XI secolo.
A Barrafranca (EN), come in tanti paesi della Sicilia’uso
di portare nelle proprie case l’ulivo o la palma benedetta ha origine soltanto
devozionale, come augurio di pace. Difatti, anticamente, i ramoscelli benedetti
venivano appesi dietro le porte, nelle stanze, sopra i letti, in modo che
potessero proteggere la famiglia. La palma è un classico simbolo di fertilità e
un emblema della vittoria. E'
anche considerata un simbolo di longevità, mentre il ramo di palma
rappresenta un simbolo di pace.
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Palma intrecciata |
Come regola generale, la
palma utilizzata la Domenica, è la
palma da
datteri, le sue foglie, raggiungono la lunghezza di 1-2 metri e di solito
vengono chiamate rami di palma. I popoli dell'Asia Minore usavano le
foglie di palma da dattero per rituali funebri (come nell’Occidente hanno
deciso di utilizzare le corona). Nel cristianesimo, la palma è simbolo del
sacrificio e della purezza.
Questo
simbolismo nasce dal mito della dea sumera Ishtar la dea della fertilità,
che si sposò con il dio-pastore Dumuzi (Tammuz)- dio della crescita e della
fruttificazione delle palme da dattero, che in Grecia prese il nome di Adone.
In alcuni testi antichi era chiamato “Dumuzi dio del grano”, in altri era
collegato agli alberi da frutto.
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Volacciocca (balacu) |
La
palma, in particolare quella da dattero, è uno degli alberi più presenti nella
terra della Bibbia, soprattutto in Giudea. Il suo frutto, dolce come il miele,
nutre i nomadi e gli abitanti nel deserto. Famosa per le lunghe radici con le
quali assorbe l'acqua nascosta nella profondità della terra, la palma cresce
rigogliosa nel deserto e nelle zone aride, rimanendo sempre verde, cioè,
viva. Nel vangelo di Giovanni, la palma indica la vittoria di Gesù sulla
morte e la sua risurrezione.Il vangelo di Giovanni, a differenza dei sinottici
che descrivono l'ingresso di Gesù a Gerusalemme acclamato con rami di ulivo,
narra che la gente lo seguiva con in mano rami di palma: «Presero rami di palme
e uscirono incontro a lui acclamando: "Osanna!/ Benedetto colui che viene
nel nome del Signore..."» (Gv. 12,13). Nell'Apocalisse i martiri, a causa
della loro fede, sono i risorti che «stavano in piedi davanti al trono e
davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani»
(Ap 7,9).
Nel
Cristianesimo la palma detta della “vittoria” è il simbolo
dell’ascesa, della rinascita, della vittoria della vita sulla morte. Per questo
motivo i primi martiri sono raffigurati con una palma in mano. Anticamente la parmuzza veniva 'ntrizzata a casa.Qualche giorno prima,
gli uomini andavano in campagna a tagliare le foglie più interne della
pianta. Portate a casa, veniva tenuta al buio, perchè si scolorisse e
assumesse il classico colore giallino. Il giorno prima della Domenica
delle Palme, le donne le tagliano accuratamente in elementi più piccoli, tenuto
conto che i destinatari delle palme erano i bambini, suddividendo le foglie in
filamenti e intrecciandole. Realizzata la palma, le foglie rimaste venivano
utilizzate per forma croci e "panariddi" (cestini), i quali erano collocati negli
interstizi della trama della palma, assieme ad alcuni fiori di stagione come le
margherite e le violacciocche, chiamate in dialetto balacu. Fonte: Rita Bevilacqua, SETTIMANA SANTA A BARRAFRANCA, Bonfirraro Editore, 2014. (Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
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