La pratica trae ispirazione
dagli Atti degli Apostoli dove viene descritto come la Madonna e gli
Apostoli pregavano in modo assiduo nei nove
giorni compresi tra l’Ascensione di Gesù e la discesa in terra della Spirito Santo durante la Pentecoste.
Questa pratica usata come preparazione a molte feste religiose, è conosciuta soprattutto come pratica natalizia.
A Natale la novena inizia il 16 e finisce il 24 dicembre,
durante la quale, ricordando i nove mesi di Gesù nel seno materno, si preparano
i fedeli alla nascita di Gesù.
Alle pratiche liturgiche che si svolgono in tutte le chiese,
si mescolano tradizioni popolari come le nuvere" , tipiche non solo di Barrafranca ma anche dei paesi limitrofi.
Queste si preparano, anzi si conzano lungo le strade del paese.
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Novena anno 3013 |
Appoggiati sui muri delle case, le nuvere sono dei tempietti realizzati in
legno e con il tetto fatto di canne e
rivestito di alloro. Il tutto è decorato con arance, mandarini che si appendevano
tra le foglie dell’alloro, collane fatte di lupini.
Anticamente all'interno veniva creato uno sfondo con un
drappo pregiato, tante volte di color celeste e veniva realizzato, con un
tavolo ricoperto di tovaglie pregiate, un altarino, sopra il quale veniva
appesa un’immagine dell’Immacolata Concezione, sostituita la sera del 24 con
l’immagine della Santa Famiglia. Sull'altarino venivano appoggiati frutti
tipici invernali come arance, melagrane, melacotogne, inoltre venivano messe
delle candele e qualche volta anche
degli angioletti di gesso. Al centro dell’altarino veniva posizionato un cesto
ricoperto con un telo bianco, a cui era legata una colomba di carta o anche
vera.
Dal 16 al 24 le novene venivano cantate dalla gente del quartiere accompagnati
dalla banda musicale e un tempo anche dai “ciarammellari” , attualmente dai zampognari .
Il 24 sera la gente si preparava a veder nascere “u bamminu” recandosi da una novena
all'altra per assistere a tutte le novene come si fa per il giro dei “sepolcri”
il Giovedì Santo, al rito della nascita
di Gesù. Quando tutto è pronto, il filo
che tiene legata la colomba al telo bianco che ricopre il cesto posto al centro
dell’altarino, viene tirato scoprendo una statuetta del Bambino Gesù, mentre la
musica suona a festa. Una bambina che simboleggia la Madonna, solleva il cesto
con la statuetta e inizia una piccola processione per alcune strade adiacenti
alla novena, seguita dalla banda musicale e dai fedeli recanti in mano delle
candele. La preparazione delle "nuvere" coinvolgeva diverse
famiglie, tutte impegnante a realizzare la novena più bella. "Nuvere" simili venivano preparate anche
nelle case e attorno alle "figuredde"
delle strade. Ed anche le "nuvere"
casalinghe venivano cantate, la sera, da gruppi di comari, che modulavano delle
lunghe filastrocche.
Con gli anni le cose sono cambiate: l’ambientazione interna è
stata sostituita dall'allestimento di un
presepe, alcune volte realizzato con personaggi viventi; i canti sono
eseguiti solo dalla banda musicale mentre dei bimbi, accompagnati da alcuni
anziani cantano il ritornello tra un brano all'altro. Le stesse novene sono
costruite da poche persone che si accollano i costi di realizzazione.
Il
simbolismo è antico, anche se nelle moderne novene si è andato perdendo, e
mescola elementi cristiani a elementi non cristiani: la novena in sé rappresenta la grotta dove nasce il Bambino
Gesù, tanto che i primi otto giorni all'interno stava appeso il quadro
dell’Immacolata (Maria non aveva ancora partorito), sostituito il 24 con quello
della Santa Famiglia (Gesù ormai è nato); gli angeli appoggiati sopra l’altare
rappresentano "l’Annunciazione a Maria"; le candele simboleggiano la luce
divina; l’alloro che ricopre il tempietto simboleggia il carattere regale del
Bambino che, anche se è nato in una grotta, è pur sempre un Re e per questo
diventa simbolo di gloria e infine la colomba richiama sia la purezza di quella
donna che aspetta il Bambino, sia l’Ascensione di Cristo al Cielo.
Ma
il richiamo a elementi precristiani si riscontrano soprattutto nell'utilizzo della frutta, tipica di una società basata sull'agricoltura e dedita a pratiche
legate a divinità "ctònie". Basti ricordare che, prima della venuta di Cristo,
in tutto l’impero Romano il 15 dicembre si svolgevano cerimonie in onore del
dio Conso, dio del grano (vi
avanti verrà spiegato). La frutta come le arance, i fichi d’india, le melagrane, le melacotogne erano i frutti che, nel periodo invernale, offriva la
terra, per cui era normale che venissero offerti come ringraziamento alla divinità per ciò aveva elargito. Anche
l’alloro, come pianta sempre verde, era molto utilizzata nei riti precristiani
Ma
riutilizzati in senso cristiano il loro simbolo cambia: la melagrana, con il
suo interno pieno di chicchi, diventa il simbolo della chiesa i cui chicchi
simboleggiano tutti i cristiani; la melacotogna che, anticamente veniva usato
per realizzare la marmellata che anticamente era confezionata a cubetti e, per la forma e il
colore che assumeva, ricordava l’oro che i Re Maggi portarono al Bambino;
l’arancia rappresenta il frutto che, in una famosa canzone natalizia tipica
barrese, l’ortolano porta in dono a Gesù; infine i lupini, con cui si realizzano le collane appese nella novena, rappresentano il pane dei poveri.
Fino
agli anni precedenti al secondo conflitto mondiale le novene iniziavano al
mattino e culminavano alla sera, con la banda musicale che percorreva la “via
dei Santi” dove negli incroci, limitatamente alla “via dei Santi”, venivano “conzate” le novene intorno a cui, in
un’atmosfera devota ma festiva, la gente si riuniva per pregare e cantare,
senza alcuna partecipazione del clero.
Dopo
un periodo in cui scomparvero, furono riprese alla fine degli anni ’70 con la
preparazione non più in casa ma solo nelle strade, indipendentemente dal percorso della "via dei
Santi". Pian piano andarono modificandosi, agli altarini furono sostituiti i
presepi non erano più presente i zampognari (ritornati da alcuni anni), si suonavano solo la sera, era
scomparso lo spirito gioioso di una volta. Attualmente si è cercato di
ripristinare il vecchio modello di novena, ma i tempi cambiano e le nuove
generazione non riescono a cogliere il sapore antico di questa tradizione.
Riprendendo il pensiero dello storico Angelo Scarpulla,
«Questa festa o novena era, in sintesi, l’evoluzione cristiana di culto che
duemila anni fa era la Consulia di inverno». Come
tutte la feste cristiane, anche questa ha un sub strato precristiano. Quando il
cristianesimo fece la sua comparsa, antichi riti legate alle varie divinità greche
e romane erano ormai consolidati nel tempo. Ai nuovi predicatori cristiani
venne difficile estirpare il vecchio,
per cui in certi casi fu più facile innestare la nuova fede nei riti
esistenti. Questo è il caso, appunto, dell’origine delle novene. I romani il 15
dicembre festeggiavano la "Consulia" invernale, ossia cerimonie in onore del
dio Conso, venerato a Roma già dal periodo monarchico, specialmente
nel mondo agricolo come dio dei granai e dell’approvvigionamento. I riti, che
avevano un significato propiziatorio, si svolgevano davanti ad un altare che,
per l’occasione veniva dissotterrato e addobbata, per poi essere risotterrato
dopo le cerimonie. Questo particolare richiama, nel mondo agricolo, “il seme
del grano” che, durante la semina, veniva sotterrato per poi riaffiorare nel
tempo della germinazione. A dimostrazione di ciò, possiamo portare come esempio
il termine dialettale con cui a Barrafranca indichiamo il verbo apparecchiare: "conzari" che, come spiega il già
citato Scarpulla, deriva dall'operazione di apparecchiare l’ara in onore del
dio Conso.
Comunque sia, il significato della "NOVENA" rimane CRISTIANO, come attesa della nascita del Cristo Redentore. (Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
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