lunedì 2 febbraio 2015

La festa della CANDELORA

Il 2 febbraio la Chiesa festeggia la “presentazione di Gesù al tempio”, conosciuta come CANDELORA, dall’usanza di benedire le candele. La festa è anche detta della “Purificazione di Maria” perché, secondo l'usanza ebraica, una donna era considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi.

Nella Roma antica il mese di febbraio era un momento contrassegnato dal caos, dal rimescolamento tra vecchio e nuovo e non a caso è ancora oggi legato al Carnevale, la festa celebrativa della confusione e del ribaltamento delle regole.
Macrobio sosteneva che la parola latina februarius fosse connessa ai riti purificatori. Februare infatti significa purificare, espiare. Numa aveva dedicato questo periodo al dio Februus: in questi giorni andava purificata la città e onorati i defunti e gli appartenenti al mondo “inferoNella februatio, la purificazione della città, le donne giravano per le strade con ceri e fiaccole accese, simbolo di luce. 

I Lupercali o Lupercalia si festeggiavano alle Idi di febbraio (il 15), per i romani l’ultimo mese dell’anno, e che servivano a purificarsi prima dell'avvento dell'anno nuovo e a propiziarne la fertilità.
La festa della Candelora celebrata dalla Chiesa romana al 2 febbraio fu introdotta solo nel VII secolo, adottando una festa della Chiesa orientale che festeggiava, fin dal IV sec., la Presentazione al Tempio del Signore e la 
Lupercalia
relativa purificazione rituale della madre.  Secondo la legge ebraica,  la donna dopo il parto di un figlio maschio doveva rispettare un periodo di quarantena al quale seguiva una cerimonia di purificazione che le consentiva di rientrare nella comunità (Levitico 12,2-4).
Allo stesso modo Maria Vergine, 40 giorni dopo il parto del 25 dicembre, veniva purificata nello stesso momento in cui il fanciullo veniva “presentato al tempio”. 
Per la purificazione la donna si presentava davanti alla chiesa, ma non entrava: il prete usciva dalla chiesa, le dava la candela in mano, la benediceva e solo allora ella poteva entrare in chiesa per il battesimo del bambino.
La solennità si celebrava a Gerusalemme nel IV sec. La testimonianza di una pellegrina Egeria ci dice che veniva celebrata il quarantesimo giorno dopo l'Epifania, ma quando la data del Natale fu universale, cadde 40 giorni dopo il 25 dicembre, quindi il 2 febbraio. La diffusione di questa festa trovò sanzione con Giustiniano che nell'anno 542, al fine di scongiurare una pestilenza, ne prescrisse la celebrazione nell'Impero, dichiarandone festivo il giorno.
La simbologia della LUCE divina del Cristo è ricollegabile ai miti del Dio Sole e della scintilla fecondatrice, benché ovviamente i significati teologici assumano differenti aspetti.
Il FUOCO è segno di forza interna, di fecondità e di purificazione: così era sentito nei riti pagani. Nel cristianesimo si ancor più purificato nella LUCE, identificandosi nello Spirito e nella Parola di salvezza.
Il rito religioso prevede, durante la celebrazione della santa messa, la "benedizione delle candele" che i fedeli portano a casa. 
Un detto classico sulla "Candelora" recita:
''Madonna della Candelora
dell'inverno sèmo fòra
ma se piove o tira vento,
de l'inverno semo ancora 'rento.''
(Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA


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