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Auschwitz |
In occasione
del GIORNO DELLA MEMORIA, che ricorre il 27 gennaio, vogliamo ricordare e
lasciar memoria di quei barresi che, durante la Seconda Guerra Mondiale,
persero la vita in territorio tedesco. Si tratta di militari e civili fatti
prigionieri dai tedeschi dopo l’Armistizio di Cassibili del settembre 1943 e
deportati nei campi di concentramento d’oltralpe.
I nomi di questi nostri compaesani si trovano inseriti in un elenco pubblicato sul sito
web "DIMENTICATI DI STATO- I Caduti
sepolti nei cimiteri militari italiani in Germania, Austria e Polonia" del
veronese Roberto Zamponi. Questi ha compiuto studi approfonditi su tutti gli
italiani morti e dispersi nei campi di concentramento nazista. Tutto ciò nasce
dalla volontà di far conoscere quale sia stata la sorte di quei italiani,
creduti per tutti questi anni dei “dispersi”, ma che in realtà hanno perso
la vita per la patria. Zamponi dal 1994 raccoglie i dati di quei militari o
civili morti in prigionia o per motivi di guerra, che alla fine del secondo
conflitto mondiale furono esumati dai luoghi di prima sepoltura e traslati nei
cimiteri militari italiani in Germania, Austria e Polonia dal Commissariato
Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Onorcaduti – Ministero della
Difesa), ente preposto alla ricerca ed alla sistemazione delle loro Spoglie.
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Cimitero militare italiano d'onore di Amburgo |
Dall'Elenco nazionale - comune di nascita
stilato dal Zamponi risultano quattro barresi morti in Germania e sepolti nei
Cimiteri Militari Italiani d’Onore.
FERRO
ALESSANDRO, NATO IL 13 GENNAIO 1923 A BARRAFRANCA (ENNA) - DECEDUTO IL 28
AGOSTO 1944 - SEPOLTO AD AMBURGO (GERMANIA) - CIMITERO MILITARE ITALIANO
D'ONORE - POSIZIONE TOMBALE: RIQUADRO 1 - FILA Z - TOMBA 52. FONTI: 1A, 1B
PATERNÒ
SALVATORE, NATO IL 12 SETTEMBRE 1917 A BARRAFRANCA (ENNA) - DECEDUTO IL 17
APRILE 1944 - SEPOLTO A BERLINO (GERMANIA) - CIMITERO MILITARE ITALIANO D’ONORE
- POSIZIONE TOMBALE: RIQUADRO 3 - FILA 16 - NUMERO 11 - TOMBA 974. FONTI: 1A, 9
PATTI
SALVATORE, NATO IL 1° LUGLIO 1922 A BARRAFRANCA (ENNA) - DECEDUTO AD AMBURGO IL
20 MARZO 1945 -SEPOLTO AD AMBURGO (GERMANIA) - CIMITERO MILITARE ITALIANO
D'ONORE - POSIZIONE TOMBALE: RIQUADRO 5 - FILA J - TOMBA 18. FONTI: 1A, 1B
SALERNO
DOMENICO, NATO IL 30 GENNAIO 1922 A BARRAFRANCA (ENNA) - DECEDUTO IL 20 OTTOBRE
1944 - SEPOLTO A MONACO DI BAVIERA (GERMANIA) - CIMITERO MILITARE ITALIANO
D'ONORE - POSIZIONE TOMBALE: RIQUADRO 5 - FILA 13 - TOMBA 50. FONTI: 1A, 1B
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Cancello principale del campo di concentramento di Mauthausen |
Altri due barresi
morti in Germani furono SALVATORE LUME e
SAVERIO CAPUTO
SALVATORE
LUME era nato a Barrafranca il 14 luglio 1917. Era un alpino della Brigata
Julia, di stanza in Jugoslavia. Nel 1943 era a Firenze per fare visita a dei
parenti. Mentre si trovava in un bar, assieme ad altri due barresi, Calogero
Paternò e Giovanni Barresi, fu vittima di un rastrellamento da parte di un
manipolo di soldati tedeschi. Ma mentre Paternò e Barresi riuscirono a fuggire,
Lume fu catturato, fatto salire su un camion assieme ad altri civili e
deportato a Bad-Ischl (Mauthausen- Austria), dove morì il 20 maggio 1945. Secondo
fonti non ufficiali i rastrellati furono uccisi nei forni crematori.
SAVERIO
CAPUTO era nato nel 1907 a Barrafranca (Enna). Durante i rastrellamenti dei
tedeschi del 1943 si trovava a Milano per lavoro. Nel corso di una retata, fu
arrestato e deceduto di stenti a Mauthausen- Gusen (Austria) il 22 ottobre 1944
Il 27
gennaio GIORNO DELLA MEMORIA è stato istituito dalla Repubblica Italiana con una
legge del 20 luglio 2000, e vuole ricordare la Shoah (sterminio del popolo
ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli
italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché
coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto
di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e
protetto i perseguitati.
Fonte: www.dimenticatidistato.com;
Salvatore Licata. Carmelo Orofino, Barrafranca. La Storia, le Tradizioni, la
Cultura. (Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA