Alcune
favole che le nostre nonne, nelle serate invernali, ci raccontavano seduti
attorno alla "conca", si terminavano con l'espressione: "Parabbula significa
tarantula ballerina (o nacalora)!" che tradotto diventa "La favola (parabola) significa tarantola
ballerina!". Qual è il senso di questa frase, trasformatasi anche in affermazione popolare?
Si tratta di un antico detto popolare palermitano, conosciuto in tutta la Sicilia. Si dice a commento di un ragionamento che, dopo aver filato liscio, a un certo punto perviene a conclusioni illogiche. Come chi, morso dalla tarantola, si muove (balla) in modo vorticosa e senza senso, così il ragionamento o la favola termina con un non senso.
Tarantola è il nome generico e comune con cui s'identificano moltissime specie
di ragno, appartenenti a diverse famiglie.
Per i siciliani la tarantola
ballerina è quella il cui morso dà effetti simili a un attacco epilettico. La
vittima della tarantola è costretta a girare vorticosamente in tondo su se
stessa. Allo stesso modo a chi sta cercando una verità capita di dover tornare
al punto di partenza dove tutto è avvolto nel dubbio. (Tratto
dal romanzo Tarantola ballerina. Misteriosi omicidi nella Palermo del
Settecento. Indaga il capitano Della Valle, nobiluomo
illuminista”di Filippo D'Arpa, Ugo Mursia Editore, 2003)
Secondo l’antropologo
Giuseppe Pitrè nella tradizione siciliana ci sarebbero vari tipi di tarante,
che possono dividersi in "ballerina" o "nacalara", proprio come nella
Tradizione Salentina. E’ sempre il Pitrè che afferma come il modo migliore di
guarire dall’ossessione, nel primo caso, sia il ballo, mentre per il morso
della seconda l’unica soluzione è quella di affidarsi al dondolio di una culla
ove si pone l’ammalato.
Il
tarantolismo o tarantismo è definito come una sindrome culturale di
tipo isterico. Con la dicitura "sindrome culturale" si vuole
indicare - nell'ambito dell'antropologia medica e della psichiatria culturale -
un particolare tipo di quadro clinico caratterizzato dall'insieme di disturbi
psichici e somatici aventi un significato particolare e tipico di una
determinata regione o gruppo etnico. Difatti, il tarantolismo - attribuito
proprio al morso di tarantola - veniva diagnosticato solo nelle
regioni del sud Italia.
Le
popolazioni del luogo descrivevano il tarantismo come una patologia
caratterizzata da sintomi sia fisici sia psichiatrici, quali: malessere
generalizzato; dolori addominali; dolori muscolari; affaticamento; convulsioni;
stati di prostrazione; depressione; deliri; stato di trance.
I
miti e le leggende popolari dell'epoca volevano che l'unica terapia
esistente per questa patologia fosse una sorta di "esorcismo
musicale" operato attraverso una danza caratterizzata
da movimenti frenetici e scandita da una musica sempre più
incalzante. Oggi, tale ballo, è noto come tarantella.
FONTI: Giuseppe Pitrè, medicina popolare siciliana, 1896; Renata Pucci di Benischi, Trenta e due ventotto, Sellerio Editore, 2004; Andrea Camilleri, Il gioco della mosca, Sellerio Editore, 1995. (Foto web)(Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
Articolo molto interessante!..
RispondiEliminaQuesto proverbio lo diceva sempre mio nonno Alessandro.. accompagnato da un gesto con la mano... come a dire.. va bene va'!!...