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Foto anno 2011 |
La fontana del Canale, che prende
il nome dall'omonimo quartiere, è una delle fontane principali di Barrafranca. In
epoca araba la lavina che dalla fontana del Canale scende al Braiemi, venne spianata, ripulita e l’acqua venne imbrigliata nelle condutture
di cotto, dette "catusa", tuttora in parte visibili. La lavina
divenne un giardino, un orto ricco di gelsi, palme e arance. Lo spiazzo
dove è costruita la fontana già in epoca romana, aveva un ruolo centrale in quanto era un'importante crocevia
che, seguendo “l’Itinererio Antonini”, permetteva gli spostamenti da Agrigento
a Catania, mediante l’attuale via Moli e attraverso la via Carcerati,che più
in alto incrocia la via Lettiga, continuava per Pietraperzia
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Foto anno 2009 |
La lavina del Canale, dove si convogliano le
acque provenienti dal quartiere “Musciolino”, è sovrastata da una imponente
fontana la cui origine potrebbe risalire al periodo romano. Come scrive lo
storico Centonze nel suo libro “Navigando i Fiumi”, nell'insieme la facciata
della fontana risente delle diverse dominazioni che si sono avvicendate nei
secoli. La facciata rettangolare presenta ai lati due “Cariatidi” femminili col
seno scoperto e una lapide con delle iniziali attualmente illeggibili che,
secondo il Ligotti, dovevano recare una scritta araba o latina.
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Lapide |
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Particolare della fontana |
Nel medioevo la
facciata fu coperta da un arco a tutto sesto, in cui venne incastonata una
conchiglia monolitica, sovrastata da un’aquila che afferra una torre, simbolo
della famiglia Branciforti. Dalla facciata fuoriesce l’acqua attraverso dei
cannoli che fungono da bocche di volti antropici.
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Cuba con lavabi |
Alle spalle c’è una cuba ossia una cisterna di
acqua che si distribuita in 36 canaloni con rispettivi lavabi. Attualmente ne sono rimasti ben pochi.
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Foto d'epoca |
Come si vede nel particolare della foto d'epoca vi era un abbeveratoio ottagonale, tipico del periodo di Federico II, non più presente.
Fonte: Liborio Centonze, Navigando i Fiumi, vol.I, Edizioni Nova Grafica, 2013.
(Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
Dei lavori di restauro sono già stati fatti, ma al posto di recuperare la forma originale si è preferito disseminare la piazzatta antistante di sedili inutilizzati.
RispondiEliminaHa ragione professor Orofino. In questi giorni si parla di nuovi interventi di pulitura e restauro che dovrebbero iniziare. Speriamo che non si modifichi più la struttura base della fontana.
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