Carnevale
è sinonimo di maschere. Non c’è regione italiana che non che non abbia una sua
maschera, tutte prese in prestito dalla commedia dell’arte, e divenute in
seguito emblema e simbolo dei festeggiamenti carnevaleschi.
La
maschera più antica della Sicilia è quella di PEPPE NAPPA. Incerte le sue
origini. Secondo gli studiosi, Peppe Nappa fa parte di quel gruppo di
maschere che, tra Seicento e Settecento, irrompono con la loro straordinaria
carica umana di vizi e virtù sulla scena della Commedia dell'Arte. Incerto
anche il luogo di origine: secondo alcuni Palermo, altri invece la localizzano
a Messina o Trapani, altri ancora lo attribuisco originario della città di
Sciacca (AG). Peppe (diminutivo dialettale di Giuseppe) soprannominato Nappa (nappa in siciliano è la toppa che erano
cucita sui pantaloni per rammendarli) è un personaggio pigro, fannullone, in
altre parole “un uomo da nulla”. Le sue origini sono povere, come dice il suo
soprannome Nappa (toppa nei pantaloni), associandolo all'elemento simbolo della
miseria che, nell'immaginario collettivo, è rappresentato appunto dalla Nappa,
dalla “pezza” che anticamente era cucita su abiti laceri. I suoi abiti sono
poveri, anche se non hanno toppe.
Il
costume di Peppe Nappa è costituito da un vestito azzurro con dei grandi
bottoni, una fascia al collo e delle maniche e dei pantaloni molto lunghi. In
testa porta un cappello in feltro e ai piedi indossa delle scarpe bianche con
la fibbia. Non porta maschera ne trucco, ha il viso raso, da sempliciotto. Egli
è un servo pigro, dormiglione e goloso, regolarmente picchiato per ogni guaio
che combina. Caratteristica peculiare è la fame insaziabile, unita a una
smisurata golosità, che fa della cucina il suo ambiente favorito e del cibo il
suo primario interesse. In pratica una versione siciliana del
celebre Pulcinella napoletano, ma più agitato e agile.
Dagli
anni ’50 è stato scelto come maschera del Carnevale di Sciacca.
Peppe
Nappa è così conosciuto e popolare tra il popolo siciliano che gli ha dedicato alcune
filastrocche, in dialetto, recitate durante i giochi fanciulleschi. Ne
riportiamo una delle tante versioni:
-Peppe Nappa munci la
vacca
muncila tu ch'a mia mi
scappa
e mi scappa na lu
chianu
Peppe Nappa lu
ruffianu.
(La foto di destra è tratta da: “Maschere, Favole,
Costumi, Personaggi” – Editrice MAP – Roma- Anni ’50, pubblicata online dal
Prof. U. Bartocci)
(Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
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