(foto dal web) |
Il
2 novembre ricorre la “Commemorazione dei defunti”, chiamata dai siciliani la
Festa dei Morti. La festività fu celebrata per la prima volta dalla Chiesa
nel 998, per disposizione di Odilone di Mercoeur, abate di Cluny, che ordinò a
tutti i monaci del suo Ordine cluniacense di fissare il 2 novembre come giorno
solenne per la “Commemorazione dei defunti”.
In
Sicilia la commemorazione è l'occasione per commemorare i propri cari e ricordarli.
E’ anche l’occasione per spiegare e insegnare ai bambini a non aver paura della
morte. In questo giorno si rinnova il senso di appartenenza a una famiglia,
grazie al ricordo di chi non c’è più che, generandoci, ha permesso la continuità
e lo sviluppo della famiglia stessa. Elemento cardine di questa giornata sono i
“doni” che i cari defunti portano ai bambini, ossia il regalo che, la notte tra
l'uno e il due novembre, i cari defunti portano ai bambini sempre se questi si
fossero comportati bene durante l'anno. La tradizione vuole che in questo
giorno i defunti, avendo voglia di rivedere i loro famigliari, abbiano
l’opportunità di uscire dalle loro tombe e di andare, mentre tutti dormono,
nelle case dei famigliari a visitarli e a lasciare dei doni ai bimbi.
Pupi di Zucchero |
Non c’era
bambino che la mattina del 2 novembre, impaziente di cercare, non andasse in
giro per casa il regalo dei morti, nascosto con astuzia dalle madri, in posti
meno sospettosi. Si rovistava anche nei posti più strani della casa, finché non
saltava fuori il regalo. In cosa consisteva il tanto atteso regalo dei
Morti? Questo poteva essere un vassoio di dolci, come taralli, frutta Martorana
o Pupi di zucchero, di frutta
secca, oppure giocattoli o abiti.
Antonio
Fragale, professore di Antropologia ed esperto di tradizioni popolari
siciliane, vede in questa festa una funzione ludica – istruttiva: «Il primo
novembre è la giornata in cui la società siciliana decide che occorre impartire
ai bambini un’educazione finalizzata al rispetto dei propri morti. Educazione
tesa anche all’esaltazione dell’identità familiare, anche se poi a portare i
doni non è “il nonno defunto”, ma “i morti” in senso generico». Il valore
educativo della festa consiste proprio nel rompere la soglia della paura col
mondo dei morti e ciò mediante il dono: si spiega ai bambini che i morti li
vogliono bene, tanto da portargli in dono quello che di più bello possono
desiderare: giocattoli e dolci. In questo modo i genitori insegnano ai loro
figli ad avere un rapporto tranquillo con la morte. La morte non deve far paura
e il modo come esorcizzarla il siciliano lo trova andando al cimitero a
visitare i propri cari defunti, non solo in segno di rispetto, ma di
ringraziamento per i doni ricevuti.
Canestro con dolci e frutta Martorana |
Nell'isola
questa festa è vissuta in modo gioioso, dedicata soprattutto ai bambini e
strettamente legata al valore simbolico del cibo. Esiste una relazione molto
stretta tra i morti e il cibo. « La festa dei morti è una cena organizzata per
le anime dei morti» spiega l’antropologo siciliano Antonino Buttitta (1933/2017)
nel documentario “Il 2 Novembre: La festa dei morti in Sicilia” che spiega la
festa dei defunti secondo la tradizione siciliana e il legame profondo con la
terra e con il cibo, elementi di congiunzione tra il mondo trascendente e quello
trascendentale. Alla fine di ogni ciclo
annuale che in agricoltura va da novembre a novembre, i morti ritornano. E
ritornano con le stesse caratteristiche umane: amori odi o bisogni. E uno di
questi bisogni è il cibo. Quindi i morti ritornano per mangiare. «Questa cena,
questi dolci preparati per i morti in realtà poi – spiega Antonino Buttitta- si
danno ai bambini. Facendo mangiare ai bambini “il cibo dei morti” ricostituisci
la continuità tra la vita e la morte. I pupi rappresentano le anime dei morti
(infatti si chiamano pupi a cena). I bambini mangiandole in realtà incorporano
i morti e in questo modo li fanno rinascere».
Fonti:
www.santiebeati.it; www.sicilyland.it; documentario “Il 2 Novembre: La festa
dei morti in Sicilia”nato dall’idea di Fabrizia Lanza, regia Giacomo Costa,
pubblicato nel 2017 su “La Torre del Gusto Channel”; blog: Il mio paese Barrafranca. articolo “La festa dei Morti: tra
storia e tradizioni” di Rita Bevilacqua. (Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
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