Di
antica tradizione, il mese di Marzo è dedicato al Patriarca San Giuseppe, che
la Chiesa festeggia il 19 marzo. Per tutto il mese di marzo a Barrafranca
(EN) era costume nelle case dei devoti che avevano fatto "promessa"
al Santo, di preparare delle "tavole", cui partecipa tutto il
quartiere. Si tratta degli altari che ritroviamo in tutte le feste siciliane
dedicate al Santo. Al riguardo, l’antropologo siciliano Giuseppe Pitrè scrive:
«S. Giuseppe è dunque il santo tutelare dei poveri, degli orfani, di chi volge
in grande strettezze di vita. I beni che la Provvidenza manda non vengono se
non la mercé di Lui, caritatevole, soccorrevole. Ora da questa sua particolare
prerogativa può esser nato l'uso del banchetto detto di S. Giuseppe e di altri
usi popolari nel giorno 19 di marzo (a decidere il 19 Marzo, quale data della
celebrazione della festa di San Giuseppe, fu Papa Sisto IV). Negli anni
questa forma di religiosità popolare sta scemando. Pochi i devoti che, per
devozione o per "grazia ricevuta", preparano a tavula a San Giseppi come
si faceva una volta. Per questo veder realizzate, come è successo domenica 18
marzo 2018 dalla famiglia della signora Giuseppina Gesualdo, vedova Messina,
un’antica tavola, ha richiamato la nostra attenzione.
«E’
da tanto- ci spiega la signora Giuseppina Gesualdo, originaria di Mazzarino ma
barrese di adozione, per aver sposato il defunto Antonino Messina- che
avevo promesso al Patriarca San Giuseppe di offrirgli una Tavola imbandita come
vuole la tradizione. Noi siamo emigrati in Germania, a Düsseldorf -
continua la signora Giuseppina- Avevo tanto il desiderio che mio figlio, dopo
gli studi da meccanico, si sistemasse. Così ho fatto la "richiesta" a
san Giuseppe che se fosse riuscito a diventare capo meccanico, avrei fatto
preparare un’enorme "tavola" come vuole la tradizione».
La signora
Giuseppina ha incaricato la barrese Angela Privitelli perché si occupasse di
organizzare l’evento, dalla preparazione e allestimento della tavola, alla
preparazione delle pietanze salate e dolci che verranno prima di tutto
distribuite ai personaggi della tavola e successivamente a tutti i presenti.
Anche se per tradizione a Barrafranca il numero delle pietanze è 19 come il
giorno in cui si festeggia il Santo, qui le pietanze sono state tante: dalle
frittate di stagione alle uova, dai dolci tipici della tradizione alle torte.
Non poteva mancare il classico "pane" e il minestrone o "pasta
di san Giuseppe". Scelti i personaggi, la signora Giuseppina si è fatta
carico di tutte le spese degli abiti, regalando inoltre a ognuno dei bambini
una somma in denaro. Come vuole la tradizione, in un angolo della casa è stato
allestito l’altare di San Giuseppe. In quest’altare troviamo rappresentata la
forma più elementare di "mensa": distribuita su più piani, la tavola
accogliere le molteplici pietanze destinate ai personaggi- simbolo della Santa
Famiglia. Simbolicamente le pietanze rappresentano l'aiuto che, secondo la
fantasia popolare, furono offerte alla Santa Famiglia, aiutandola a
sfamarsi durante la lunga strada che li conduceva in Egitto. Questo il
significato più vero delle tavolate: l’aiuto reciproco tra gente bisognosa:
difatti la preparazione dei cibi avveniva con l’apporto di tutto il vicinato,
utilizzando primizie di stagione: finocchietto, asparagi, frutta di stagione e
altro.
Cinque
sono i piani della tavola della devota Giuseppina, come cinque sono i
personaggi da lei scelti, con un piano finale dove naturalmente trova posto,
oltre al pane e al vino, simboli della "mensa eucaristica", una
statuetta raffigurante il patriarca San Giuseppe. Dicevamo cinque sono i
personaggi della "tavola" voluta dalla padrona di casa, tutti piccoli
bambini che, con amore ed entusiasmo, hanno accettato l'importante compito: l’angelo
è stato rappresentato dal barrese Alessandro Lanza; San Giuseppe dall’ennese Daniel
Salvatore Bellomo; la Madonna dalla barrese Sofia Maria Cieramitaro; il Bambin
Gesù dall’ennese Simone Prestifilippi e Sant’Anna dalla barrese Anita Maria
Cieramitaro. Mentre si attendeva l’arrivo dei personaggi-Santi, in un altro
angolo della casa si accendeva il fuoco dove sopra verrà posta la cadara (grosso
calderone) che servirà a cuocere la pasta di san Giuseppe che successivamente
verrà offerta a tutti quelli che andranno a visitare la tavola. I presenti
hanno assistito alla benedizione sia della tavola sia della pasta prima da don
Lino Giuliana e poi con il classico rito: "Biniditta a cena, biniditta a
Maddalena, biniditti tutti quanti. U Patri, u Figghiu u Spiritu Santu!"
dal piccolo Bambinello.
...E
la tradizione continua! (Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
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