Mons. Giovanni Cravotta |
In
occasione del quarantesimo anniversario della scomparsa di mons. Giovanni
Cravotta, parroco della Chiesa Madre di Barrafranca (EN) dal 1948 al 1978, vogliamo
ricordarne la figura di uomo e di prete. Figura di spicco non solo della
chiesa, ma dell’intera società barrese dal dopoguerra agli anni ’70, fu amato e
odiato, osannato e avversato, come succede a tutti quei personaggi che si
espongono in prima persona.
Giovanni
Cravotta nacque a Barrafranca, il 07/12/1925 da Luigi e Marianna Tummino. Dopo
aver completato gli studi elementari a Barrafranca, entrò in seminario a
Piazza Armerina. «Erano davvero tempi duri e non era facile sottrarre un figlio
ai lavori dei campi e avviarlo al sacerdozio» scrive il prof. Diego Aleo in un
suo personale ricordo e pubblicato in piccolo opuscolo dall’Associazione “Il Sorriso” di Barrafranca (EN). «Molti seminaristi diventavano sacerdoti –
continua il prof. Aleo- con il sostegno della comunità ed essi si sentivano
davvero parte di essa. Una comunità povera ma generosa e rispettosa dei valori
fondanti la società cristiana e occidentale». Fu ordinato sacerdote il 29
giugno 1948 da mons. Antonio Cararella, vescovo di Piazza Armerina. Riportiamo
il ricordo di quei momenti vissuti da Diego Aleo «Quel giorno di giugno caldo e
assolato tra la polvere infiammata dal sole, si sparse sopra le case il suono
della banda e si sentì lo scoppio dei mortaretti. Era festa? “Arriva padre
Cravotta da Piazza Armerina e celebra la prima messa in Matrice”. Era questa la
notizia che si diffondeva di strada in strada… La chiesa era stracolma di
persone e dal pulpito, allora collocato a metà navata centrale, un giovane in
paramenti sacri predicava e piangeva. Era la sua prima messa nel suo paese
natio e nella sua comunità parrocchiale. Un pubblico attento e commosso
ascoltava in silenzio le sue parole e accoglieva il giovane come il suo nuovo
pastore».
Padre Cravotta alle elementari col maestro Vittorio Guarneri |
Poco tempo dopo fu nominato Vicario Cooperatore prima e Parroco della
Chiesa Madre di Barrafranca che resse dal 1948 al 1978. Nominato parroco, con
la valida collaborazione del giovane Cappellano padre Bonfirraro, la parrocchia
diventò veramente un centro attivo di evangelizzazione.
«Erano
gli anni del dopoguerra- scrive Diego Aleo- della ricostruzione, della passione
civile, politica e religiosa. La Chiesa si era schierata da una parte e
appoggiava la D.C. rinata dalle ceneri del partito popolare di don L. Sturzo.
L’eco del rinnovamento giunse anche a Barrafranca e il protagonista in senso
assoluto di questo periodo della vita del paese era padre Cravotta… Pio XII
aveva scomunicato il comunismo e la battaglia dei cattolici e del clero era
rivolta contro di loro. Guai a professarsi comunisti, si veniva esclusi
dall’amministrazione dei sacramenti. Erano ordini perentori e bisognava
osservarli senza guardare in faccia a nessuno. E tanti in massa si
allontanarono dalla Chiesa, mantenendo e conservando e alimentando nel loro
cuore la fede dei loro padri… Padre Cravotta era in prima fila e dai piccoli
balconi della casa canonica dialogava e rispondeva all’esponente principale
della parte avversa. “Padre Cravotta fa comizi” e il popolo si schierava. C’era
chi lo difendeva e c’era chi lo osteggiava e lo condannava e lo odiava».
Raduno O.V.E. |
Nel
1951 fu Rettore della chiesa del feudo Geraci e assistente GIAC “Gioventù
Italiana di Azione Cattolica”, di cui una sezione fu aperta nei locali della
Chiesa Madre.
Dal
1951 al 1952 fu insegnante presso il seminario di Piazza Armerina.
Dal
1961 al 1972 fu Vicario Foraneo della chiesa barrese.
Si
dedicò con continuità alle vocazioni ecclesiastiche e al pre-seminario, tanto
che divenne dal 1968 Coordinatore Vocazionale e Assistente famiglie del clero.
Costituì
la S. Vincenzo con l’assistenza domiciliare ai poveri, agli ammalati e agli
anziani.
Nel
1967 si insedirono a Barrafranca le Orsoline, le figlie di S. Angela Merici, di cui
divenne il primo superiore diocesano. Sempre nel 1967 fu Assistente in Diocesi
e Delegato Vescovile per le Religiose.
Fece
costruire la sede delle Orsoline nel Viale Signore Ritrovato, “a
Circumvallazione”, oggi chiamata “Casa del Sacerdote”. L’obiettivo era di
accogliere i sacerdoti soli o malati. Cosa che non riuscì a fare per la
scomparsa del suo artefice, anche se le Orsoline hanno fatto del loro meglio,
affinché la casa non rimanesse inutilizzata.
Padre Cravotta |
Un’improvvisa
leucemia lo condurrà alla morte, avvenuta a Palermo il 9 giugno 1978.
Per onor di cronaca,
padre Cravotta è ricordato per aver tentato di modificare u TRUNU, ossia la
macchina processionale con cui viene portato ìn processione il SS. Crocifisso,
la sera del Venerdì Santo. Fece
costruire un nuovo “Trunu” con l’asta più alta, telescopica, che si abbassava e
si sollevava secondo il bisogno. Alleggerì le baiarde e dotò il meccanismo di
ruote in modo tale che potesse procedere da solo, specie durante le fermate per
recitare la via crucis. Questo nuovo sistema non fu accettato dal popolo barrese,
tanto che quell’anno, il 1970, la processione non si fece.
(Foto: Salvatore Licata e Diego Aleo. Fonti: Salvatore Licata, Accade oggi...; Pino Giuliana, La chiesa di Piazza Armerina nel Novecento, 2010; Diego Aleo, Padre Cravotta. Dimenticare non si può, 2003 )
Rita Bevilacqua
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