venerdì 11 luglio 2014

La fontana del quartiere Canale

Foto anno 2011
La fontana del Canale, che prende il nome dall'omonimo quartiere, è una delle fontane principali di Barrafranca. In epoca araba la lavina che dalla fontana del Canale scende al Braiemi, venne spianata, ripulita e l’acqua venne imbrigliata nelle condutture di cotto, dette "catusa", tuttora in parte visibili. La lavina divenne un giardino, un orto ricco di gelsi, palme e arance. Lo spiazzo dove è costruita la fontana già in epoca romana, aveva un ruolo centrale in quanto era un'importante crocevia che, seguendo “l’Itinererio Antonini”, permetteva gli spostamenti da Agrigento a Catania, mediante l’attuale via Moli e attraverso la via Carcerati,che più in alto incrocia la via Lettiga, continuava per Pietraperzia
Foto anno 2009
La lavina del Canale, dove si convogliano le acque provenienti dal quartiere “Musciolino”, è sovrastata da una imponente fontana  la cui origine potrebbe risalire al periodo romano. Come scrive lo storico Centonze nel suo libro “Navigando i Fiumi”, nell'insieme la facciata della fontana risente delle diverse dominazioni che si sono avvicendate nei secoli. La facciata rettangolare presenta ai lati due “Cariatidi” femminili col seno scoperto e una lapide con delle iniziali attualmente illeggibili che, secondo il Ligotti, dovevano recare una scritta araba o latina. 

Lapide


Particolare della fontana
Nel medioevo la facciata fu coperta da un arco a tutto sesto, in cui venne incastonata una conchiglia monolitica, sovrastata da un’aquila che afferra una torre, simbolo della famiglia Branciforti. Dalla facciata fuoriesce l’acqua attraverso dei cannoli che fungono da bocche di volti antropici.


Cuba con lavabi
Alle spalle c’è una cuba  ossia una cisterna di acqua che si distribuita in 36 canaloni con rispettivi lavabi. Attualmente ne sono rimasti ben pochi.

Foto d'epoca
Come si vede nel particolare della  foto d'epoca  vi era un abbeveratoio ottagonale, tipico del periodo di Federico II, non più presente.
Fonte: Liborio Centonze, Navigando i Fiumi, vol.I, Edizioni Nova Grafica, 2013. 
(Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA