martedì 25 aprile 2017

La leggenda barrese dello scambio delle statue di Sant’Alessandro e di San Rocco


Tra le tante leggende popolari che si raccontano sui Santi, oggi riportiamo quella sullo scambio delle statue di due Santi: Sant'Alessandro, patrono di Barrafranca (EN) e San Rocco compatrono di Pietraperzia (EN). La leggenda vuole che la statua di Sant'Alessandro si trovasse a Pietraperzia e quella di San Rocco a Barrafranca. Durante una festa, in cui parteciparono entrambe le statue, per sbaglio i pietrini portarono a casa San Rocco e i barresi Sant'Alessandro, scambiando così per sempre le due statue. Non a caso i barresi mostrano nei confronti di San Rocco una grande devozione, recandosi ogni anno il 16 agosto, giorno in cui si festeggia il Santo, nella vicina Pietraperzia.

Sant'Alessandro patrono di Barrafranca

Testimonianze su questa leggenda si trovano nel libro "Fiabe e leggende Popolari Siciliane" (1888) di Giuseppe Pitrè. Questi riporta un racconto narratogli da un certo Francesco Puleo dal titolo “lu Ballafranchisi”. Nella parte iniziale si racconta che una volta a Pietraperzia avevano come Santo protettore Sant'Alessandro e a Barrafranca San Rocco. Ora questi santi, tanto i Barrafranchesi che i Pietraperzesi li portavano entro una chiesa vicina a Barrafranca e vicina a Pietraperzia. I Pietraperzesi stanchi del loro santo, decisero di scambiarlo con quello dei Barrafranchesi.  
Anche don Filippo Marotta nella sua "Antologia delle tradizioni popolari" narra di una storia simile, narratagli da un Pietrino. Questi racconta che, a causa di una forte siccità, le due comunità decisero di fare un pellegrinaggio alla Madonna della Cava, portandovi in processione le statue di san Rocco e di Sant’Alessandro. E così ebbero un’abbondante pioggia. Nella confusione che seguì al ritorno, i pietrini si portarono a casa San Rocco e i barresi Sant'Alessandro. 

San Rocco compatrono di Pietraperzia

Notizie di questa leggenda si ritrovano anche nel diario del barrese Giuseppe Salamone, quando parla della festa di Sant'Alessandro. Al riguardo scrive: "Barrafranca formatosi paese ebbe per patrono dai monaci san Rocco, mentre Alessandro era di già protettore nel prossimo paese di Pietraperzia a sei chilometri da Barrafranca a Nord ovest. Tra Perzesi e Barrafranchesi vollero fare una festa in comune portando i Santi protettori dell’uno a l’altro paese. Arrivati colà, ristabilirono che quelli di Barrafranca portassero in processione Sant’Alessandro e quelli di Pietraperzia San Rocco. Così fecero: ma ad un certo punto i Barrafranchesi abusando della fiducia perché, credevano san Alessandro più miracoloso, infilarono, prepotenti in tutto, la via e si portarono a Barrafranca Sant’Alessandro, lasciandovi San Rocco."

FONTI: Giuseppe Pitrè, "Fiabe e leggende Popolari Siciliane", Palermo, 1888; Filippo Marotta, "Antologia delle tradizioni popolari, degli usi e costumi, … di Pietraperzia"; Giuseppe Salamone, Quaderno di Giuseppe Salamone di Barrafranca, Codice o Catechismo Regolamento famigliare Salomoniesco, Penitenziario di Volterra; Fonti orali. (Foto e materiale sono soggetti a copyright)

RITA BEVILACQUA


domenica 23 aprile 2017

La devozione dei ragazzi nei confronti del SS. Crocifisso- ottava del Venerdì Santo

I quattru “Trunu di carusi” in Piazza Regina Margherita
Nel pomeriggio di venerdì 21 aprile 2017 le strade di Barrafranca (EN) si sono animate con la processione di ben quattro “Trunu di carusi”, così chiamati dai barresi. Si tratta di una copia,  realizzata in misure ridotte, della macchina processionale che il popolo barrese chiama TRUNU, con cui è portato in processione il SS. Crocifisso nel giorno del Venerdì Santo. Il venerdì successivo al Venerdì Santo, a Barrafranca ricorre “l’Ottava del SS. Crocifisso”, giorno in cui i fedeli possono andare a rendere omaggio, presso la chiesa Madre, al SS Crocifisso. Peculiarità di questa giornata è “il bacio” a Gesù Crocifisso: i fedeli hanno l’opportunità di entrare in contatto diretto con il Santissimo, di sfiorarlo con le dita e di ricevere il “cotone benedetto”. Come nel giorno del Venerdì Santo sono i loro padri a rendere omaggio al SS Crocifisso, portandolo in processione, cosi il Venerdì d’OTTAVA sono i ragazzi i protagonisti.
Daniele Cumia, baby sindaco di Barrafranca e Simone Bonelli
Sono partiti  da quattro diversi quartieri del paese: quartiere “Puntaterra- Poggio” quello realizzato nell'abitazione di Daniele Cumia, baby sindaco di Barrafranca, aiutato da alcuni amici; quartiere “Villaggio” realizzato nell'abitazione di Mauro Munda,aiutato da alcuni compagni di scuola; quartiere “Madonna” realizzato nell'abitazione di Stellino, aiutato dai ragazzi del quartiere  e quartiere “Grazia”, realizzato dai ragazzi del quartiere. Hanno percorso alcune vie principali, per poi ritrovarsi tutti e quattro in Piazza Regina Margherita, tra lo stupore della gente e di molti curiosi che si sono avvicinati per ammirare il lavoro di quei ragazzi, devoti al SS. Crocifisso. Hanno lavorato tanto, pomeriggi interi, molti di loro sono stati aiutati dai familiari e da alcuni amici più grandi, realizzando il loro TRUNU con materiali poveri e di riciclo. Hanno usato travi, assi di legno, meccanismi per alzare l’asta e inserire la spera, Crocifissi e le scocche benedette, quelle utilizzate negli anni passati per la festa del Venerdì Santo. Sono state le loro spalle, piccole ma forti, a portare “U Trunu” per le vie del paese.
Don Giacomo Zangara impartisce la benedizione
Tutti hanno cantato il canto funebre “Misericordia” composto dal M° Salvatore Rizzo, hanno suonato le scattiole e alcuni di loro hanno eseguito passi dei lamenti, sotto la guida del giovane Simone Bonelli. Dopo una sosta in Piazza, a turno sono scesi davanti al sagrato della chiesa Madre dove li attendeva il parroco don Giacomo Zangara che, emozionato, ha impartito la benedizione. Al termine, al grido di “iammisilicordia”, sono tornati nelle loro case, contenti e soddisfatti. Questa “Ottava di Venerdì Santo” 2017 sarà ricordata come il venerdì dei tanti “TRUNU di carusi”. Non si era mai visto a Barrafranca nello stesso posto più di un TRUNU. In genere ogni gruppo faceva girare il proprio nel quartiere. Adesso tutti e quattro hanno percorso lo stesso tragitto, tutti alla volta della chiesa Madre. Questo dimostra come le nuove generazioni sono legate alle tradizioni dei loro padri, animati dalla voglia di rendere, a loro modo, omaggio al SS. Crocifisso. Il pomeriggio di sabato 22 aprile sarà portato in processione un quinto “Trunu dei carusi” del quartiere Poggio. (Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA