martedì 26 giugno 2018

La “pasta con i tenerumi”- tipico piatto estivo della cucina barrese

Pianta di tenerume- tinnirumi in dialetto

Uno dei piatti estivi che caratterizzano la cucina barrese è "a pasta ccu tinnirumi".
Molto apprezzato dai barresi e dai siciliani in genere, si tratta di un piatto povero, tipicamente estivo, della cultura contadina.
Con il termine Tenerumi i siciliani indicano le foglie delle zucchine in particolare della Cucurbitacea, nota come: “zucchina lunga” o “zucca serpente di Sicilia” (così chiamata perché nella coltivazione libera sul terreno si ricurva,  prendendo la tipica forma di un serpentello), una speciale zucchina stretta, lunga e molto tenera che si mangia prevalentemente lessata, molto apprezzata per le sue qualità rinfrescanti e diuretiche. 
Prime tracce di questa specie risalgono a ritrovamenti datati oltre 7000 anni a.C. tanto che pare sia stata la prima specie di zucca conosciuta al mondo, coltivata dai Fenici e usata in India e in Africa per la realizzazione di strumenti musicali. E’ un piatto tipicamente siciliano, data la difficoltà fuori dall'isola di trovare il fogliame e viene consumato in estate, periodo in cui la pianta è coltivata.
Pasta con tenerume
Si tratta, come dicevamo, di un piatto povero che affonda le radici nella cultura contadina siciliana, quella conosciuta come “cucina di sopravvivenza” che, nei periodi di povertà, portava a far tesoro di ogni parte commestibile della pianta. La gente era costretta a vendere le zucchine e quel che restava era appunto le foglie.  Inoltre, durante il periodo estivo, si aveva così a disposizione della verdura fresca e gustosa.
Con le foglie di tenerume si prepara un’ottima minestra, insaporita  con estratto di pomodoro o salsa, che le conferisce un piacevole sapore dolciastro. C'è chi lo arricchisce con patate, basilico, e zucchina, trasformandolo in minestrone. Il tipo di pasta usata sono gli spaghetti spezzettati. 
Più recente è il consumo del tenerume con pasta “asciutta”, anche perché una volta cotti possono essere utilizzati come una vera e propria verdura a foglia verde. 
(Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA

mercoledì 13 giugno 2018

Sant'Antonio di Padova, protettore dei poveri e dei bambini


Il 13 giugno la Chiesa festeggia sant'Antonio da Padova, definito da Pio XII "Dottore della Chiesa cristiana". A Barrafranca (EN) la devozione a sant’Antonio risale al periodo in cui i frati francescani abitavano nell'omonimo convento (l’ultimo frate, Padre Guardiano lasciò la chiesa e il Convento il 24 aprile 1984). I festeggiamenti in onore del Santo iniziano con la "Tredicina di sant’Antonio" per arrivare alla festa del 13 con la benedizione del pane, la benedizione dei bambini e degli abitini di sant’Antonio e il bacio della reliquia.
La "Tredicina di sant’Antonio" è una pratica devozionale nata subito dopo la morte del Santo, consistente in una serie di preghiere che vengono recitate per i tredici giorni precedenti alla festa del 13 giugno. Le preghiere sono tredici, una diversa per i tredici giorni, in ricordo del giorno della morte del Santo. La devozione ha origine dalla convinzione popolare che il Santo conceda ogni giorno ai suoi devoti ben tredici grazie e anche dal fatto che la sua festa ricorre proprio il 13 del mese; così per suo merito il tredici è diventato un numero che porta fortuna.

La benedizione del pane è legata alla pratica devozione dell’ offerta del "pane votivo" o com'è chiamato in antropologia "il pane dei Santi", ossia di un particolare formato di pane che viene portato in chiesa per essere benedetto. Si tratta di ex–voto che i fedeli offrono per grazia ricevuta. Nel giorno della festa del Santo, a fine celebrazione eucaristica, il Sacerdote benedice il pane che i fedeli recano in mano. Alcuni lo lasciano  in chiesa, per essere distribuito ai presenti, mentre altri lo portano a casa e lo distribuiscono ai familiari. Anticamente il pane veniva offerto al Santo non solo il 13 giugno ma ogni martedì, giorno a lui dedicato. Tanto era il pane offerto che i frati lo distribuito ai poveri. La pratica devozione del "pane di sant’Antonio" o "pane dei poveri" trae la sua origine dall'evento miracoloso del piccolo Tommasino, risuscitato dal Santo. Secondo la tradizione la madre del piccolo fece voto di distribuire ai poveri la quantità di grano corrispondente al peso del bimbo se il Santo lo avesse risuscitato.  Sant'Antonio è stato da sempre considerato protettore dei bambini, con riferimento ai tanti miracoli compiuti dal Santo verso i piccoli. Da qui la tradizione di fare benedire i piccoli che spesso indossano gli abitini di sant’Antonio, ossia il saio francescano, in segno di ringraziamento della protezione ricevuta. 
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RITA BEVILACQUA

venerdì 8 giugno 2018

Credenza popolare siciliana: i nati di "Venerdì" sono esseri speciali

Io sono nata di Venerdì e mia mamma mi ha sempre detto che i nati in questo giorno sono speciali.
Perché?
Anche se il venerdì è considerato un giorno nefasto, perchè Cristo fu ucciso di venerdì, non è così per i NATI in questo giorno. 
Come riporta lo storico Giuseppe Pitrè in "Usi natalizi, nuziali e funebri del popolo siciliano" in Sicilia si credeva che i bambini nati di venerdì, i VINNIRINI (venerini)  fossero forti, valenti e furbi a tal punto da poter maneggiare serpenti velenosi di qualsiasi natura e a far fronte ai lupi mannari. Il "venerino" riesce anche a prevedere il futuro. Gli spiriti maligni non hanno nessuna influenza su di lui. Chi nasce di venerdì può tranquillamente abitare in una casa invasa dagli spiriti, senza che venga da questi disturbato. Sarà un "ciaràulo", ossia avrà la capacità taumaturgica di guarire dai morsi di vipere e insetti velenosi, praticando incantesimi o scongiuri (ciarmi). Egli può guarire applicando la sua saliva nel punto dove si vede il morso, ripetendo mentalmente delle parole che gli vengono in mente spontaneamente o che gli sono state “lasciate” da altri ciaràuli, se la saliva viene assorbita significa che fa effetto, se scivola via, l’effetto è limitato.
Nella cultura popolare, ogni giorno della settimana è dedicata alla Madonna, a Cristo o ai Santi. Il venerdì è dedicato a Gesù Crocifisso.
Nascere nel giorno nefasto per eccellenza, in cui Cristo trovò la morte, era considerato segno di forza. E’ il giorno in cui Cristo, fattosi uomo, patisce, soffre e muore. Ma è forte, perché riesce a vincere anche la morte! 
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RITA BEVILACQUA