giovedì 26 luglio 2018

Barrafranca e la devozione a Sant’Anna

Particolare della statua in cartapesta di sant'Anna- Barrafranca

Il 26 luglio la Chiesa festeggia Sant’Anna, madre della vergine Maria. La devozione a Sant’Anna, dal nome ebraico Hannáh che significa grazia, graziosa, è diffuso in tutta la Cristianità perchè legato alla sua maternità, all’aver portato in grembo Maria, madre di Gesù e speranza del mondo. Sant’Anna è patrona delle madri di famiglia, delle vedove e delle partorienti, colei che viene invocata nei parti difficili.
Non tutti sono a conoscenza che a Barrafranca (EN) l’unico Convento femminile chiamato Collegio di Maria (abbandonato definitivamente dalle suore nel 1997), la cui struttura è sita in Piazza Fratelli Messina, ospitò per circa settant'anni le Suore di S. Anna, fondate dalla beata Rosa Gattorno. 
Andiamo per ordine. 
Targa commemorativa 125 anni fondazione Suore di S.Anna
Nell'attuale Piazza Fratelli Messina, che prende il nome dai sacerdoti Calcedonio e Gaetano Messina, nel 1733 fu fondato un Monastero benedettino (aperto nel 1737) e una chiesa dedicata a San Benedetto, costruita intorno al 1745. Dopo la legge post-unitaria del 7 luglio 1866 con la quale venivano soppressi tutti gli ordini religiosi e i loro beni immobili, il monastero fu abbandonato. Anni dopo, in seguito ad un accordo tra il Comune di Barrafranca e la Chiesa locale, il caseggiato a destra della chiesa di san Benedetto fu permutato con i locali del Collegio di Maria, abitato dalle Suore del Buon Pastore. 
Il suddetto Collegio era stato fondato nel 1850 dai Sac. Calcedonio e Gaetano Messina accanto all’ex Chiesa di S. Giuseppe (andata distrutta e trasformata nell'attuale Piazza San Giuseppa). Le Suore del Buon Pastore si trasferirono così nell'ala destra del Convento di San Benedetto, che assunse il nome di Collegio di Maria. 
Statue di S. Anna e la Madonna bambina. 
Nel 1895 il Collegio di Maria accolse le Suore di S. Anna, fondate dalla beata Rosa Gattorno, le quali vi rimasero fino agli anni 70, quando a esse subentrarono le Suore Domenicane del Sacro Cuore di Gesù, andate via definitivamente nel 1997. 
Molto probabilmente a questo periodo risale un’edicola di legno lavorato, a modo di teca con vetri, contenente le piccole statue in cartapesta di S. Anna e la Madonna bambina. La teca trovava posto a destra dell’Altare Maggiore della chiesa. Dopo la chiusura della chiesa di san Benedetto si erano perse le tracce, finché anni fa fu trasportata nella Chiesa Maria SS. della Purificazione, chiesa Madre, dove attualmente si trova. 
L' opera delle "Figlia di S. Anna" e la presenza della teca con le statuette fanno presupporre che, durante la loro permanenza a Barrafranca, le Suore abbiano portato e trasmesso la loro devozione alla madre S. Anna, a cui l'Istituto era dedicato. 
Di questa devozione rimane un'antica preghiera in dialetto, che qualche anziana ancora ricorda:
"Ji mi curcu a la svintura,
a Matri sant’Anna mi teni accura,
mi cupuna cu lu so mantu,
Patri, Figghiu e Spiritu Santu".
Beata Anna Rosa Gattorno, al secolo Rosa Maria Benedetta (Genova, 14 ottobre 1831 – Roma, 6 maggio 1900), è stata una religiosa italiana. Fondò a Piacenza una nuova famiglia religiosa, che denominò definitivamente "Figlie di S. Anna, madre di Maria Immacolata". Nel 2000 è stata proclamata beata da papa Giovanni Paolo II.
FONTI: Luigi Giunta, Cenni storici su Barrafranca, 1928; Gaetano Vicari, Guida alle principali chiese di Barrafranca; Fonti orali.
(Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA







mercoledì 18 luglio 2018

18 luglio 1943- i pesanti bombardamenti che colpirono Barrafranca

Campo di Guerra del '43- Barrafranca
Per non dimenticare… 
Barrafranca 18 luglio 1943. 
E’ una domenica calda e assolata. Da poco le campana della chiesa Madre hanno suonato a mezzogiorno. Nelle case si sentono i rumori "di cadaruna" sul fuoco da "tannura", le festose grida dei ragazzini che giocano "ni cantuneri", quando all'improvviso si odono dei rumori assordanti. Il tempo uscire fuori dalle case e di alzare gli occhi al cielo… ed ecco che una formazione di sei aerei (secondo le fonti storiche tedeschi, secondo una moderna corrente americani) sorvola il paese da nord a sud sganciando pesantissime bombe. I centri maggiormente colpiti sono: Via Zara, giardino palazzo Mattina, Via Ciulla angolo Via Cairoli, chiesa Madre (distrutta la navata centrale, la navata laterale sinistra, due colonne e il lato nord del transetto), Piazza F.lli Messina, Via Vittorio Emanuele, Via Bellini e Canalicchio Nuovo. Quell'assolato mezzogiorno viene sconvolto dalla distruzione e dalla morte: ingenti i danni al centro abitato, numerosi feriti e  49 civili morti, 49 vite spezzate per sempre:
ALEO SALVATORE
di anni
23
ALEO SEBASTIANA
‘’
35
BEVILACQUA FRANCESCA
‘’
70
BONAFFINI CATENO
‘’
11
BORRO CARLO
‘’
50
CALTAVUTURO AGATA
‘’
71
CATANZARO ANTONINO
‘’
9
CATANZARO GIOVANNI
‘’
1
CENTONZE GIUSEPPA
‘’
13
CENTONZE SALVATORE
‘’
9
CENTONZE STELLA
‘’
12
COLOMBO GIOVANNA
‘’
73
COLOMBO GIOVANNA
‘’
11
COSTA ANDREA
‘’
67
CUCCHIARA GIUSEPPE
‘’
13
CUCCHIARA MARIA STELLA
‘’
29
D’ANGELO ROSARIO
‘’
8
FAUDONE COLOMBA
‘’
21
GIAMMUSSO MARIA
‘’
63
GIUNTA GIUSEPPA
‘’
48
GIUNTA LUCIANO
‘’
88
GIUNTA SALVATORE
‘’
69
GUGLIARA MARIA
‘’
27
INGALA LUIGI
‘’
32
INGRIA MARIA
‘’
58
IPPOLITO MARIA CATERINA
‘’
75
LA LOGGIA CONCETTA
‘’
31
LO PRESTI SALVATORE
‘’
26
MANCUSO TERESA
‘’
70
MARCHI’ LUIGI
‘’
10
MAROTTA ANGELO
‘’
75
MELI ANGELA
‘’
49
MILINO CONCETTA
‘’
60
MILINO GIUSEPPE
‘’
18
MILINO MARIA STELLA
‘’
68
PATERNO’ SALVATORE
‘’
41
PIAZZA GIUSEPPE
‘’
67
PILOTTA GAETANO
‘’
11
PIVITERA FILIPPO
‘’
13
PUZZO ROCCO
‘’
8
PUZZO SALVATORE
‘’
48
RABBITA GIUSEPPE
‘’
18
ROMANO FRANCESCO
‘’
60
SAITTA CALOGERA
‘’
4
SAITTA GIUSEPPE
‘’
30
SAITTA LUIGI
‘’
1
SENTITO CARMELO
‘’
49
VELOCE CARMELA
‘’
20
VELOCE LEONARDO
‘’
69


Stele nella piazza "Pier Santi Mattarella"
La popolazione spaventata si riversa nelle campagne, altri rimangono ad aiutare i militari dell’ospedale da campo 22, costruito nell’ex Convento dei francescani, conosciuto come "U cummintinu", a soccorrere i feriti e seppellire i morti…
Questa è una delle pagine più tristi della storia di Barrafranca. E proprio per non dimenticare che, grazie all'interessamento  dell’Associazione Nazionale Carabinieri sez. di Barrafranca (EN) e in particolar modo del Cav. Giovanni Collura, il 4 novembre del 1994, alla presenza dell’allora Prefetto di Enna, delle massime autorità civile e religiose e di una compagnia di formazione del 151° Reggimento "Sassari",  fu inaugurata nella piazza "Pier Santi Mattarella" (vicino istituto "G.Verga") una stele a perenne ricordo delle vittime civili di guerra sia dei bombardamenti del 10 luglio sia di quelli del 18 luglio del 1943.
Fonti: documenti del compianto Cav. Giovanni Collura e dello storico Salvatore Licata. (Foto e materiale sono soggetti a copyright)

RITA BEVILACQUA

lunedì 16 luglio 2018

La devozione alla Madonna del Carmelo

Statua lignea della Madonna del Carmelo
Il 16 luglio la Chiesa festeggia la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. La devozione alla Madonna del Carmelo è una delle devozioni più antiche, legata alla storia e ai valori spirituali dell’Ordine dei frati Carmelitani. Si tramanda che il primo profeta d’Israele, Elia (IX sec. a.C.), dimorando sul Monte Carmelo (che per tradizione fu il luogo di sosta della sacra Famiglia che ritornava dall'Egitto. E’ una catena montuosa, che si trova nell'alta Galilea, una regione dello Stato di Israele e che si sviluppa in direzione nordovest-sudest da Haifa a Jenin), ebbe la visione della venuta della Vergine, che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte, portando la pioggia e salvando Israele dalla siccità. In quell'immagine tutti i mistici cristiani e gli esegeti hanno sempre visto la Vergine Maria. La Tradizione racconta che già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) si ritiravano degli eremiti, vicino alla fontana del profeta Elia, poi gli eremiti proseguirono ad abitarvi anche dopo l’avvento del cristianesimo e verso il 93 un gruppo di essi che si chiamarono poi "Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo", costruirono una cappella dedicata alla Vergine, sempre vicino alla fontana di Elia. I monaci carmelitani fondarono, inoltre, dei monasteri in Occidente. Il 16 luglio del 1251 la Vergine, circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre generale dell’Ordine, beato Simone Stock, durante la quale avrebbe ricevuto dalla Vergine uno scapolare (striscia di stoffa con apertura per la testa, pendente sul petto), segnale dell’amore di Maria e la rivelazione di privilegi concessi alla sua devozione con la frase: "Protego nunc, in morte juvo, post funera salvo!". Questi privilegi, conosciuti come "privilegio sabatino", sono la promessa della salvezza dall’inferno, per chi indosserà lo scapolare e la liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte. Molti Papi ne hanno approvato e raccomandato il culto, da Pio XII a Giovanni XXIII.
Cappella Madonna del Carmelo
A Barrafranca (EN) nella chiesa Maria SS. della Purificazione, chiesa Madre, vi è nel transetto di sinistra una cappella dedicata alla Madonna del Carmelo. Nella "Guida alle principali chiese di Barrafranca" di Gaetano Vicari, si legge che la cappella era intitolata alla Vergine Maria già ai tempi in cui i fratelli Signorelli (1880) abbellirono la chiesa con i loro stucchi. Difatti la cappella reca in alto la scritta AVE MARIA. Nel 1995 fu restaurata da Giuseppe Puzzanghera e dagli anni '60 vi trova posto l’attuale statua della Madonna del Carmelo, scolpita in legno da Luigi Santifaller di Ortisei (1960). Prima della riforma Vaticana, il simulacro della Vergine era portato in processione per la consueta "via dei Santi". La processione scomparve come anche tante altre e i festeggiamenti rimasero solo in  in chiesa, con il triduo e le celebrazioni eucaristiche del giorno della festa solenne. Inoltre nel giorno della festa vengono benedetti gli scapolari.
(Foto e materiale sono soggetti a copyright)

RITA BEVILACQUA
  

lunedì 9 luglio 2018

10-18 luglio 1943: cronistoria dei bombardamenti che colpirono BARRAFRANCA durante il 2° Conflitto Mondiale


Vogliamo raccontare, attraverso una breve cronistoria,  una delle pagine più tristi della storia di Barrafranca: i bombardamenti che colpirono il paese durante la SECONDA GUERRA MONDIALE.
La notte fra il 9 e il 10 luglio 1943 la grande armata anglo-americana, costituita da ben 3.200 navi, si presenta davanti alla costa sud-occidentale della Sicilia dando inizio all’ operazione HUSKY ossia all’ invasione e successiva liberazione, della Sicilia. Le grandi unità impegnate appartenevano alla  7ª Armata statunitense, al comando del generale George S. Patton che sbarcarono sulle spiagge di Gela, Licata e Scoglitti, mentre 8ª Armata britannica, al comando del generale Bernard Law Montgomery sbarcò sulle coste della Sicilia sud-orientale: tra Pachino e Siracusa. Entrambe riunite nel 15º Gruppo di Armate, sotto la responsabilità del generale britannico Harold Alexander.
Il pomeriggio di sabato 10 luglio si affacciano nei cieli di Barrafranca due caccia americani "Lightning", i quali iniziano il lancio di bombe che coglie di sorpresa la popolazione e colpisce la Chiesa Madre, alcune case di Via Vittorio Emanuele e di Via Trieste, dove è gravemente danneggiata la locale centrale elettrica. Tragico è il bilancio di quella breve incursione aerea 12 morti:
sac. Calogero Marotta, 
Angelo Faraci, 
Pasquale D’Alessandro, 
Gaspare Baglio, 
Alessandra Di Dio, 
Liboria Marotta, 
Luigi Salamone, 
Maria Ingala, 
Salvatore Gulino, 
Salvatore Lupo, 
Carmelo Marotta, 
Salvatore Cravotta, 
e una decina di feriti che vengono curati presso l’ospedale da campo militare n. 22, allocato nei locali dell’ex Convento, diretto dal Capitano medico dottor Antonio Marinelli, coadiuvato dagli ufficiali medici dottor Borsati e dottor Candia oltre che da un gruppo di sottufficiali e militari. A seguito di questo primo bombardamento, intere famiglie, in preda al panico, si riversano nelle campagne cercando un rifugio, un riparo per sfuggire ad altri eventuali bombardamenti.
Mercoledì 14 luglio la 45ª Divisione americana "Thunderbird" del generale Tony Middleton entra a Mazzarino e si dispone per la marcia verso Barrafranca.
Venerdì 16 luglio, verso l’1.50 del mattino, il secondo battaglione, al comando del tenente colonnello Darrel Daniels, comincia a muoversi sulla sinistra della strada Mazzarino – Barrafranca e dopo circa 6 miglia, verso le 5.30, si allinea col primo battaglione, comandato da John Corley, che avanza sul lato destro. Alle ore 9.15, gli americani s’imbattono nella linea di difesa tedesca dislocata tra la contrada "Montagna e Albana". Qui, in contrada "Mbroscia" (a metà strada tra Mazzarino e Barrafranca), avviene lo scontro. I tedeschi iniziano con un fuoco concentrato di lanciarazzi ma gli americani rispondono prontamente. Il grosso dello scontro, però, avviene fra i panzer della 15a divisione, appartenente al XVI Panzercorps e gli Sherman di Teddy Roosevelt.  Dopo un giorno di estenuante battaglia, i panzer tedeschi sono neutralizzati dai carri e dall’artiglieria americana e, costretti a ritirarsi verso nord. Nel pomeriggio del 16 luglio i carri armati americani entrano a Barrafranca, mentre due pattuglie della  26ª Divisione di Fanteria, lasciata la zona della battaglia, si schierano intorno al centro abitato. Qui, finalmente, vengono montate le cucine da campo e i soldati possono avere il primo pasto caldo da che sono sbarcati in Sicilia.
Sabato 17 luglio un reggimento della  26ª Divisione di Fanteria prosegue oltre verso Pietraperzia e la 1ª Divisione Canadese entra a Piazza Armerina. Questo movimento di forze avviene perché le unità di ricognizione americane avevano scoperto che il nemico stava preparando una linea difensiva a sud di Enna e di Caltanissetta. Rassicurati dalla presenza degli alleati, molte famiglie rientrano in paese, ignare di quello che doveva ancora accadere.
Domenica 18 luglio, verso mezzogiorno, un improvviso e pesante bombardamento aereo si abbatte su Barrafranca. Una formazione di sei aerei sorvola il paese da nord a sud sganciando pesantissime bombe. 
I centri maggiormente colpiti sono: Via Zara, giardino palazzo Mattina, Via Ciulla angolo Via Cairoli, chiesa Madre (distrutta la navata centrale, la navata laterale sinistra, due colonne e il lato nord del transetto), Piazza F.lli Messina, Via Vittorio Emanuele, Via Bellini e Canalicchio Nuovo. Grande il tributo di sangue pagato dalla popolazione inerme: 49 morti (tutti civili)
Aleo Salvatore
Aleo Sebastiana
Bevilacqua Francesca
Bonaffini Cateno
Borro Carlo
Caltavuturo Agata
Catanzaro Antonino
Catanzaro Giovanni
Centonze Giuseppa
Centonze Salvatore
Centonze Stella
Colombo Giovanna
Colombo Giovanna
Costa Andrea
Cucchiara Giuseppe
Cucchiara Maria Stella
D’Angelo Rosario
Faudone Colomba
Giammusso Maria
Giunta Giuseppa
Giunta Luciano
Giunta Salvatore
Gugliara Maria
Ingala Luigi
Ingria Maria
Ippolito Maria Caterina
La Loggia Concetta
Lo Presti Salvatore
Mancuso Teresa
Marchi’ Luigi
Marotta Angelo
Meli Angela
Milino Concetta
Milino Giuseppe
Milino Maria Stella
Paterno’ Salvatore
Piazza Giuseppe
Pilotta Gaetano
Pitrella Filippo
Puzzo Rocco
Puzzo Salvatore
Rabita Giuseppe
Romano Francesco
Saitta Calogera
Saitta Giuseppe
Saitta Luigi
Sentito Carmelo
Veloce Carmela
Veloce Leonardo
numerosi feriti e ingenti danni al centro abitato. Anche questa volta, i cittadini barresi si distinguono per senso civico e abnegazione nell'aiutare i militari dell’ospedale da campo 22, nel soccorrere i feriti e seppellire i morti.
Il tributo di sangue pagato complessivamente dalla cittadina di Barrafranca dal 10 al 18 luglio 1943 è di 67 morti e di oltre 250 feriti.
Per questi fatti, il comune di Barrafranca viene insignito della medaglia di Bronzo al Merito Civile concessa dal Presidente della Repubblica, on. Giorgio Napolitano, con decreto del 17 aprile 2012, per fatti riguardanti il secondo conflitto mondiale. La motivazione fu la seguente: "La cittadina durante il secondo conflitto mondiale subì i bombardamenti aerei, prima americani e poi tedeschi, che provocarono numerosi morti e feriti e la distruzione quasi totale delle abitazioni. La popolazione sopportò gli avvenimenti bellici con coraggiosa determinazione e generosa solidarietà, prodigandosi in aiuto dei superstiti. Chiaro esempio di spirito di sacrificio ed elette virtù civiche. Luglio 1943 – Barrafranca (EN)." 
Fonti: documenti del compianto Cav. Giovanni Collura e dello storico Salvatore Licata. Le foto sono tratte dal libro: "La guerra in Sicilia, 1943: storia fotografica, a cura di Ezio Costanzo; introduzione di Lucio Villari, Catania, Le Nove Muse, 2009." (Foto e materiale sono soggetti a copyright)

RITA BEVILACQUA