domenica 14 ottobre 2018

La devozione barrese alla Madonna della Catena


Madonna della Catena- anno 2015
La seconda domenica di ottobre a Barrafranca (EN) si festeggia la Madonna della Catena, venerata nella chiesa Madre della Divina Grazia, che ne custodisce un simulacro ligneo. 
Il culto della Madonna della Catena nasce nel 1392 a Palermo, quando in Sicilia regnava il sovrano Martino I d’Aragona (re dal 1392 al 1409). Antonio Mongitore, riprendendo il racconto dell’abate Pirri e di altri storici, narra la vicenda del miracolo, datato il 23 agosto 1392. Mentre tre giovani, condannati ingiustamente, venivano condotti al patibolo nella “gran piazza della marina” (Palermo), scoppiò un temporale, per cui i ministri della giustizia furono costretti a ripararsi nella vicina chiesetta allora chiamata di S. Maria del Porto. Essendo che la tempesta non cessava, furono costretti a rimanere lì e per sicurezza aumentarono le catene ai due giovani. Durante la notte, di fronte alle incessanti preghiere dei tre giovani, la Vergine sciolse le catene lasciandoli liberi. Questi uscirono dalla chiesa andando in giro a raccontare cosa era successo. Quando all’alba le guardie si accorsero del fatto, andarono a cercare i fuggitivi per arrestarli, ma furono bloccati dal popolo che ricorsero al re. Quando questi andò in chiesa, vide con i suoi occhi il miracolo e lasciò liberi i giovani. Da allora i miracoli della Madonna si moltiplicarono e il culto si diffuse in tutta la Sicilia e nell’Italia meridionale.
Madonna della Catena al ritorno dal restauro
A Barrafranca (EN) nella chiesa Madre della Divina Grazia si trova un altare dedicato alla Madonna della Catena (ricoperto da stucchi eseguiti da Santo Scarpulla nel 1956) al cui interno troviamo  la statua lignea della Vergine, scolpita agli inizi degli anni ’50 (che ha sostituito la vecchia statua in carta pesta).
L’ultimo restauro risale a quest’anno, effettuato a Ortisei (BZ) da una ditta specializzata nel settore del restauro del legno. Tanta la devozione alla Madonna della Catena che domenica 24 maggio 2015 la statua, di ritorno dal restauro, è stata accolta dai fedeli nella piazzetta san Pio e portata in processione fino alla chiesa, accompagnata dalle festanti marce della Banda Musicale "Vincenzo Bellini" di Barrafranca, diretta dal maestro Oreste Crapanzano. 
Fino agli anni ’70, la festa prevedeva, come succede per le altre ricorrenze, la processione serale per la tradizionale "via dei Santi". Dopo la sospensione di molte processioni dovute alla Riforma Vaticana,  i festeggiamenti si svolgono in chiesa con le celebrazioni liturgiche, preceduti da una novena o novenario i preparazione alla festa. Solo in casi particolari (come ricorrenze o anniversari della parrocchia) il Simulacro della Madonna è portato in processione per le vie adiacenti alla parrocchia.
Tela Madonna della Catena
Nella suddetta chiesa è presente anche una tela della Madonna della Catena (1,30m ×2.08m) fu dipinta nel 1921 dal Cav. Corrado Attanasio, per iniziativa del sacerdote Calogero Marotta, allora rettore della chiesa. Tutto ciò si evince da una scritta posta alla base della tela. Anticamente questa tela ricopriva la nicchia dell’altare dedicato alla Madonna della Catena, dove adesso trova posto una statua lignea scolpita negli anni ’50, che ha sostituito un’antica realizzata in carta pesta. La tela è ritornata al suo posto nell’aprile 2016, dopo esser stata ripulita e dotata di una cornice lignea, in castagno siciliano, realizzata dal Maestro d’Arte barrese Renzo Giunta e offerta da don Salvatore Nicolosi e da Diego e Rosa Aleo
La presenza della tela dimostra la grande devozione che già agli inizi del 900 si praticava in questa chiesa verso la Madonna della Catena.
(Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA


giovedì 4 ottobre 2018

I PALLUNA DI SAN FRANCI’- antica tradizione barrese

Volo dei "palloni di san Francì" anno 2017
Un’antica tradizione che si svolge a Barrafranca (EN) il 4 ottobre, giorno in cui si festeggia san Francesco d’Assisi, è il volo dei “palloni aerostatici ad aria calda”, chiamati dai barresi “i palluna di san Francì”. Dopo la benedizione degli animali, davanti al sagrato della chiesa di san Francesco, sita in Piazza Regina Margherita, i coloratissimi e variopinti “palluna” saranno fatti alzare al cielo palloni, tra la gioia e lo stupore dei partecipanti. 

A Barrafranca l’utilizzo di palloni aerostatici nei festeggiamenti in onore di San Francesco risale ai tempi in cui nel convento francescano era presente Fra Agnello (1884-1977), padre dell’ordine dei frati minori. 
Padre Agnello 
Molto legato al culto del Santo, padre Agnello cercò di valorizzarne la festa realizzando dei palloni ad aria calda da far volare la sera della festa. Padre Agnello amava utilizzare materiali poveri, semplici, come carta velina colorata, colla vinilica, fil di ferro, che ben si prestavano anche per la loro leggerezza. Si realizzavano enormi palloni fatti gonfiare mediante l’aria creata dalla combustione di un po’ di paglia alla base dei palloni e questo permetteva loro di volare alti nel cielo. Simboli di gioia e di allegria, il loro volo simboleggia l’elevarsi dell’anima verso il cielo, alla ricerca di Dio. Difatti la festa andava a buon esito quando i palloni riuscivano a volare alti in cielo senza bruciarsi. Con il trasferimento di padre Agnello in un altro convento, la costruzione dei palloni andò scemando, tanto che scomparvero. Dopo alcuni anni, il recupero dei palloni si ebbe grazie al maestro Gaetano Orofino (1924-2005) che insegnò ad alcuni della Proloco locale come realizzarli. Uno di questi fu il signor Malfitano che iniziò a costruire i palloni aerostatici nella sede dell’Associazione “Gruppo Spettacolo Arcobaleno”. Da allora ogni anno l’Associazione Arcobaleno si adopera affinché la tradizione si perpetui. Difatti sono le giovani leve a realizzare i palloni. Negli anni anche gruppi di scolaresche e altre associazioni come il “Gruppo Nuovamente Tradizione”, si sono cimentate nella costruzione dei palloni. Grazie all'impegno di tutti loro, questa tradizione continua ancora a persistere.
Striscia iniziale del pallone

I palloni aerostatici sono realizzati con strisce colorate di carta velina, incollate tra loro con una leggera platina di colla vinilica (diluita al 90%) a formare un pallone simile a una mongolfiera. Essi sono realizzati seguendo uno schema ben preciso: il pallone è suddiviso in tre parti: “Striscia iniziale”, “Pancia” e “Coperchio”. Prima si realizzano tre diverse sagome in cartone che serviranno per le tre diverse parti. Quando tutto è pronto, striscia d’inizio, pancia e coperchio vengono incollati tra di loro e già il pallone tende a chiudersi da solo. 
Coperchio del pallone
Poi viene chiuso, formando così il pallone, con il sopra e il sotto vuoti. Infine viene rigirato e la parte alta viene chiusa con un foglio circolare del diametro del foro, cui viene attaccata una maniglietta sempre realizzata in carta velina, che servirà per appendere il pallone nella fase in cui verrà gonfiato. Difatti il pallone viene tenuto alzato mediante una canna con l'estremità un uncino che servirà per appendere il pallone mediante la maniglietta posta all’estremità, quanto la fase di riscaldamento con aria calda. Alla base, invece, viene inserito del fil di ferro zincato o il cerchio di plastica che utilizzano le sarte nel realizzare i vestiti da sposa, che conferisce la forma arrotondata, creando una bocca circolare.

A questa vengono inserite alcuni fil di ferro incrociati al centro. Qui, nel punto d’incontro, viene realizzata, sempre in fil di ferro una struttura a cerchio, dove trova posto del cotone imbevuto di benzina. L’aria calda che si crea dentro al pallone lo fa gonfiare, fornendogli la forza ascensionale per alzarsi da terra e volare in cielo. Il principio è semplice: per ottenere una spinta sufficiente a farlo volare, l'aerostato deve essere riempito di un gas più leggero dell'aria, in questo caso l’aria calda, e che venga superato il punto di equilibrio tra il peso dell'aerostato e quello dell'aria che esso sposta. Dopo il decollo l'aerostato salirà fino a quando verrà raggiunto un nuovo punto di equilibrio. Il vento lo porterà lontano, fino a quanto non si consumerà definitivamente!
(Le foto risalgono ai festeggiamenti del 2017. Il pallone è stato realizzato da Daniele Cumia, Luigi Bellanti e Simone Bonelli.)
(Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA 
Base in fil di ferro per contenere il cotone
Prova di riscaldamento
Pallone finito

(Foto e materiale sono soggetti a copyright)