lunedì 16 dicembre 2019

Storia e significato della NOVENA

Novena anno 2015
La "novena" è una pratica devozionale che consiste nel recitare preghiere e rosari, ripetuti per nove giorni consecutivi.
La pratica trae ispirazione  dagli Atti degli Apostoli dove viene descritto come la Madonna e gli Apostoli pregavano in modo assiduo nei nove giorni compresi tra l’Ascensione di Gesù  e la discesa in terra della Spirito Santo durante la Pentecoste.
Questa pratica usata come preparazione a molte feste religiose, è conosciuta soprattutto come pratica natalizia.
A Natale la novena inizia il 16 e finisce il 24 dicembre, durante la quale, ricordando i nove mesi di Gesù nel seno materno, si preparano i fedeli  alla nascita di Gesù.
Alle pratiche liturgiche che si svolgono in tutte le chiese, si mescolano tradizioni popolari come le nuvere" , tipiche non solo di Barrafranca ma anche dei paesi limitrofi.
Queste si preparano, anzi si conzano lungo le strade del paese.
Novena anno 3013
Appoggiati sui muri delle case, le nuvere sono dei tempietti realizzati in legno e con il tetto fatto di canne e  rivestito di alloro. Il tutto è decorato con arance, mandarini che si appendevano tra le foglie dell’alloro, collane fatte di lupini.
Anticamente all'interno veniva creato uno sfondo con un drappo pregiato, tante volte di color celeste e veniva realizzato, con un tavolo ricoperto di tovaglie pregiate, un altarino, sopra il quale veniva appesa un’immagine dell’Immacolata Concezione, sostituita la sera del 24 con l’immagine della Santa Famiglia. Sull'altarino venivano appoggiati frutti tipici invernali come arance, melagrane, melacotogne, inoltre venivano messe delle candele e qualche volta  anche degli angioletti di gesso. Al centro dell’altarino veniva posizionato un cesto ricoperto con un telo bianco, a cui era legata una colomba di carta o anche vera. 
Dal 16 al 24 le novene venivano cantate dalla gente del quartiere accompagnati dalla banda musicale e un tempo anche dai “ciarammellari” , attualmente dai zampognari .
Il 24 sera la gente si preparava a veder nascere “u bamminu” recandosi da una novena all'altra per assistere a tutte le novene come si fa per il giro dei “sepolcri” il Giovedì Santo,  al rito della nascita di Gesù. Quando tutto è pronto, il  filo che tiene legata la colomba al telo bianco che ricopre il cesto posto al centro dell’altarino, viene tirato scoprendo una statuetta del Bambino Gesù, mentre la musica suona a festa. Una bambina che simboleggia la Madonna, solleva il cesto con la statuetta e inizia una piccola processione per alcune strade adiacenti alla novena, seguita dalla banda musicale e dai fedeli recanti in mano delle candele. La preparazione delle "nuvere" coinvolgeva diverse famiglie, tutte impegnante a realizzare la novena più bella. "Nuvere" simili venivano preparate anche nelle case e attorno alle "figuredde" delle strade. Ed anche le "nuvere" casalinghe venivano cantate, la sera, da gruppi di comari, che modulavano delle lunghe filastrocche.
Con gli anni le cose sono cambiate: l’ambientazione interna è stata sostituita dall'allestimento di un  presepe, alcune volte realizzato con personaggi viventi; i canti sono eseguiti solo dalla banda musicale  mentre dei bimbi, accompagnati da alcuni anziani cantano il ritornello tra un brano all'altro. Le stesse novene sono costruite da poche persone che si accollano i costi di realizzazione.
Il simbolismo è antico, anche se nelle moderne novene si è andato perdendo, e mescola elementi cristiani a elementi non cristiani: la novena in sé  rappresenta la grotta dove nasce il Bambino Gesù, tanto che i primi otto giorni all'interno stava appeso il quadro dell’Immacolata (Maria non aveva ancora partorito), sostituito il 24 con quello della Santa Famiglia (Gesù ormai è nato); gli angeli appoggiati sopra l’altare rappresentano "l’Annunciazione a Maria"; le candele simboleggiano la luce divina; l’alloro che ricopre il tempietto simboleggia il carattere regale del Bambino che, anche se è nato in una grotta, è pur sempre un Re e per questo diventa simbolo di gloria e infine la colomba richiama sia la purezza di quella donna che aspetta il Bambino, sia l’Ascensione di Cristo al Cielo.
Ma il richiamo a elementi precristiani si riscontrano soprattutto nell'utilizzo della frutta, tipica di una società basata sull'agricoltura e dedita a pratiche legate a divinità "ctònie". Basti ricordare che, prima della venuta di Cristo, in tutto l’impero Romano il 15 dicembre si svolgevano cerimonie in onore del dio Conso, dio del grano (vi avanti verrà spiegato). La frutta come le arance, i fichi d’india, le melagrane, le melacotogne erano i frutti che, nel periodo invernale, offriva la terra, per cui era normale che venissero offerti come ringraziamento alla  divinità per ciò aveva elargito. Anche l’alloro, come pianta sempre verde, era molto utilizzata nei riti precristiani
Ma riutilizzati in senso cristiano il loro simbolo cambia: la melagrana, con il suo interno pieno di chicchi, diventa il simbolo della chiesa i cui chicchi simboleggiano tutti i cristiani; la melacotogna che, anticamente veniva usato per realizzare la marmellata che anticamente era confezionata a cubetti e, per la forma e il colore che assumeva, ricordava l’oro che i Re Maggi portarono al Bambino; l’arancia rappresenta il frutto che, in una famosa canzone natalizia tipica barrese, l’ortolano porta in dono a Gesù; infine i lupini, con cui si realizzano le collane appese nella novena, rappresentano il pane dei poveri.
Fino agli anni precedenti al secondo conflitto mondiale le novene iniziavano al mattino e culminavano alla sera, con la banda musicale che percorreva la “via dei Santi” dove negli incroci, limitatamente alla “via dei Santi”, venivano conzate” le novene intorno a cui, in un’atmosfera devota ma festiva, la gente si riuniva per pregare e cantare, senza alcuna partecipazione del clero.
Dopo un periodo in cui scomparvero, furono riprese alla fine degli anni ’70 con la preparazione non più in casa ma solo nelle strade,  indipendentemente dal percorso della "via dei Santi". Pian piano andarono modificandosi, agli altarini furono sostituiti i presepi non erano più presente i zampognari (ritornati da alcuni anni), si suonavano solo la sera, era scomparso lo spirito gioioso di una volta. Attualmente si è cercato di ripristinare il vecchio modello di novena, ma i tempi cambiano e le nuove generazione non riescono a cogliere il sapore antico di questa tradizione.
Riprendendo il pensiero dello storico Angelo Scarpulla, «Questa festa o novena era, in sintesi, l’evoluzione cristiana di culto che duemila anni fa era la Consulia di inverno». Come tutte la feste cristiane, anche questa ha un sub strato precristiano. Quando il cristianesimo fece la sua comparsa, antichi riti legate alle varie divinità greche e romane erano ormai consolidati nel tempo. Ai nuovi predicatori cristiani venne difficile estirpare il vecchio,  per cui in certi casi fu più facile innestare la nuova fede nei riti esistenti. Questo è il caso, appunto, dell’origine delle novene. I romani il 15 dicembre festeggiavano la "Consulia" invernale, ossia cerimonie in onore del dio Conso, venerato a Roma già dal periodo monarchico, specialmente nel mondo agricolo come dio dei granai e dell’approvvigionamento. I riti, che avevano un significato propiziatorio, si svolgevano davanti ad un altare che, per l’occasione veniva dissotterrato e addobbata, per poi essere risotterrato dopo le cerimonie. Questo particolare richiama, nel mondo agricolo, “il seme del grano” che, durante la semina, veniva sotterrato per poi riaffiorare nel tempo della germinazione. A dimostrazione di ciò, possiamo portare come esempio il termine dialettale con cui a Barrafranca indichiamo il verbo apparecchiare: "conzari" che, come spiega il già citato Scarpulla, deriva dall'operazione di apparecchiare l’ara in onore del dio Conso.
Comunque sia, il significato della "NOVENA" rimane CRISTIANO, come attesa della nascita del Cristo Redentore. (Foto e materiale sono soggetti a copyright)

RITA BEVILACQUA 


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