giovedì 4 ottobre 2018

I PALLUNA DI SAN FRANCI’- antica tradizione barrese

Volo dei "palloni di san Francì" anno 2017
Un’antica tradizione che si svolge a Barrafranca (EN) il 4 ottobre, giorno in cui si festeggia san Francesco d’Assisi, è il volo dei “palloni aerostatici ad aria calda”, chiamati dai barresi “i palluna di san Francì”. Dopo la benedizione degli animali, davanti al sagrato della chiesa di san Francesco, sita in Piazza Regina Margherita, i coloratissimi e variopinti “palluna” saranno fatti alzare al cielo palloni, tra la gioia e lo stupore dei partecipanti. 

A Barrafranca l’utilizzo di palloni aerostatici nei festeggiamenti in onore di San Francesco risale ai tempi in cui nel convento francescano era presente Fra Agnello (1884-1977), padre dell’ordine dei frati minori. 
Padre Agnello 
Molto legato al culto del Santo, padre Agnello cercò di valorizzarne la festa realizzando dei palloni ad aria calda da far volare la sera della festa. Padre Agnello amava utilizzare materiali poveri, semplici, come carta velina colorata, colla vinilica, fil di ferro, che ben si prestavano anche per la loro leggerezza. Si realizzavano enormi palloni fatti gonfiare mediante l’aria creata dalla combustione di un po’ di paglia alla base dei palloni e questo permetteva loro di volare alti nel cielo. Simboli di gioia e di allegria, il loro volo simboleggia l’elevarsi dell’anima verso il cielo, alla ricerca di Dio. Difatti la festa andava a buon esito quando i palloni riuscivano a volare alti in cielo senza bruciarsi. Con il trasferimento di padre Agnello in un altro convento, la costruzione dei palloni andò scemando, tanto che scomparvero. Dopo alcuni anni, il recupero dei palloni si ebbe grazie al maestro Gaetano Orofino (1924-2005) che insegnò ad alcuni della Proloco locale come realizzarli. Uno di questi fu il signor Malfitano che iniziò a costruire i palloni aerostatici nella sede dell’Associazione “Gruppo Spettacolo Arcobaleno”. Da allora ogni anno l’Associazione Arcobaleno si adopera affinché la tradizione si perpetui. Difatti sono le giovani leve a realizzare i palloni. Negli anni anche gruppi di scolaresche e altre associazioni come il “Gruppo Nuovamente Tradizione”, si sono cimentate nella costruzione dei palloni. Grazie all'impegno di tutti loro, questa tradizione continua ancora a persistere.
Striscia iniziale del pallone

I palloni aerostatici sono realizzati con strisce colorate di carta velina, incollate tra loro con una leggera platina di colla vinilica (diluita al 90%) a formare un pallone simile a una mongolfiera. Essi sono realizzati seguendo uno schema ben preciso: il pallone è suddiviso in tre parti: “Striscia iniziale”, “Pancia” e “Coperchio”. Prima si realizzano tre diverse sagome in cartone che serviranno per le tre diverse parti. Quando tutto è pronto, striscia d’inizio, pancia e coperchio vengono incollati tra di loro e già il pallone tende a chiudersi da solo. 
Coperchio del pallone
Poi viene chiuso, formando così il pallone, con il sopra e il sotto vuoti. Infine viene rigirato e la parte alta viene chiusa con un foglio circolare del diametro del foro, cui viene attaccata una maniglietta sempre realizzata in carta velina, che servirà per appendere il pallone nella fase in cui verrà gonfiato. Difatti il pallone viene tenuto alzato mediante una canna con l'estremità un uncino che servirà per appendere il pallone mediante la maniglietta posta all’estremità, quanto la fase di riscaldamento con aria calda. Alla base, invece, viene inserito del fil di ferro zincato o il cerchio di plastica che utilizzano le sarte nel realizzare i vestiti da sposa, che conferisce la forma arrotondata, creando una bocca circolare.

A questa vengono inserite alcuni fil di ferro incrociati al centro. Qui, nel punto d’incontro, viene realizzata, sempre in fil di ferro una struttura a cerchio, dove trova posto del cotone imbevuto di benzina. L’aria calda che si crea dentro al pallone lo fa gonfiare, fornendogli la forza ascensionale per alzarsi da terra e volare in cielo. Il principio è semplice: per ottenere una spinta sufficiente a farlo volare, l'aerostato deve essere riempito di un gas più leggero dell'aria, in questo caso l’aria calda, e che venga superato il punto di equilibrio tra il peso dell'aerostato e quello dell'aria che esso sposta. Dopo il decollo l'aerostato salirà fino a quando verrà raggiunto un nuovo punto di equilibrio. Il vento lo porterà lontano, fino a quanto non si consumerà definitivamente!
(Le foto risalgono ai festeggiamenti del 2017. Il pallone è stato realizzato da Daniele Cumia, Luigi Bellanti e Simone Bonelli.)
(Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA 
Base in fil di ferro per contenere il cotone
Prova di riscaldamento
Pallone finito

(Foto e materiale sono soggetti a copyright)

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