sabato 4 ottobre 2014

San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia

Il 4 ottobre (nella tarda notte del 3 ottobre 1226 Francesco muore a Porziungola; la mattina del 4 il corpo viene traslato da Pozziungola alla chiesa parrocchiale di san Giorgio ad Assisi) si festeggia san Francesco d'Assisi, dichiarato, il 18 giugno 1939, patrono principale d'Italia.
Essendoci a Barrafranca un convento dei frati francescani (chiuso dal 1984), è logico che, in questo giorno, si svolgessero i festeggiamenti in onore di san Francesco, nella cui omonima chiesa (ancora in fase di restauro) era presente una statua del Santo (foto 1), scolpita da Nicola Mancuso nel 1806 (foto 2) e attualmente custodita nella chiesa Madre. 
Nonostante il grande ruolo che svolgevano i frati francescani, non sempre è stato loro concesso di portare la statua in processione per la tradizionale "via dei Santi" e la festa si è svolta sempre in tono minore rispetto alle altre feste, come è costume della regola francescana.
Fino alla chiusura al culto della chiesa nel 1999, i festeggiamenti prevedevano la messa solenne nella chiesa dei frati francescani sita in piazza Regina Margherita al cui termine veniva esposta la statua davanti al sagrato della chiesa, per la benedizione degli animali e qualche volta veniva portata in processione lungo la piazza circostante. Alla fine si assisteva al caratteristico spettacolo di “palloni aerostatici”. Questi sono realizzati di carta velina colorata a forma di pallone nella cui base sono legati dei fili di ferro con al centro un po’ di cotone imbevuto di benzina. Appena il cotone viene acceso, l’aria che si crea dentro al pallone, lo fa gonfiare e, alzandosi in cielo, vola via.

A Barrafranca i palloni chiamati di san Francesco, perché utilizzati per la festa del Santo, furono introdotti da fra Agnello (1884-1977), padre dell'ordine dei frati minori (foto 5). 
Molto legato al culto del Santo, padre Agnello cerca di valorizzarne la festa, idealizzando e organizzando "i palloni aerostatici", realizzati con carta velina di vari colori, simbolo di gioia e di allegria. Da allora i barresi usano chiamarli "i palluna di san francì". Con il trasferimento di padre Agnello in un altro convento, la costruzione dei palloni andò scemando, tanto che scomparvero. Negli anni successivi, il recupero dei palloni si ebbe grazie al maestro Gaetano Orofino (1924-2005). Fu egli a insegnarlo a tanti ragazzi tra cui il prof. Malfitano e il sig. Marotta, allora appartenenti alla Proloco locale. Circa 10 anni anche l'Associazione Gruppo Spettacolo Arcobaleno imparò a realizzare i palloni e da allora continuano ancora a realizzarli. Grazie a loro e ad altre associazioni, questa tradizione continua a mantenersi. (Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA




































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