martedì 18 novembre 2014

Il monumento ai caduti della Grande Guerra, simbolo di Barrafranca

In questa foto d'epoca si vede il monumento ai Caduti della 1 guerra mondiale, allora posto al centro di piazza Regina Margherita, chiamata affettuosamente dai barresi "u cummentu", proprio per la presenza dell'enorme monastero dei frati francescani, di cui una parte nel 1866 fu trasformata nell'attuale "Municipio". Ma torniamo al monumento.

Durante il periodo fascista, e precisamente nel 1933, a Barrafranca diventa segretario del Fascio il cavaliere Onofrio Virone. Il governo fascista decide di erigere un monumento ai Caduti della 1 guerra, da porre in piazza Convento. In seguito alla delibera del 30 novembre 1933 viene nominata una commissione, presieduta da:
Segretario del fascio dei Combattenti;
Segretario del fascio Femminile;
Comandante della M.V.S.N.;
Presidente dei Mutilati;
Presidente dei Combattenti;
Presidente dei Smobilitati;
Presidente della società "La Barrese";
Presidente della società "Cassa rurale";
Presidente della società "Dopolavoro Operai";
Presidente del "Circolo di Cultura Fascista";
Presidente della "Congregazione di Carità";
Presidente del Fascio Giovanile.
Per raccogliere i fondi necessari fu iniziata una sottoscrizione pubblica e fu indetta una lotteria.
Padre Ferdinando Cinque, parroco della chiesa Madre, si prodigò molto per la realizzazione del monumento, chiamando a raccolta il popolo barrese, il quale contribuì con entusiasmo. Un ruolo importante ebbe anche l’ing. Luigi Salvaggio, commissario prefettizio del Comune di Barrafranca (31/12/1933- 03/07/1936) che chiamò a raccolta il popolo perché contribuisse. La popolazione rispose con entusiasmo e vi contribuirono pure emigrati ovunque si trovassero e i numerosi barresi sparsi per l’Italia. Il 21 febbraio del 1935 il comm. prefettizio Luigi Salvaggio, delibera di affittare i locali del sig. Giuseppe Strazzanti per proseguire la lotteria per l’erigendo monumento ai caduti. 
Il monumento fu inaugurato il 3 novembre 1935.  (Fonti: S. Licata e C. Orofino, "Barrafranca. La storia, le tradizioni, la cultura popolare", 3 edizione, 2010. Salvatore Ciulla, "Barrafranca negli anni trenta", prima parte, Palermo novembre 1985-marzo 1986)

Particolarità del milite posto sopra un  piedistallo di marmo, ai cui lati sono incisi i nomi sia dei morti che degli scomparsi della "grande" guerra, comunemente conosciuto come "u pupu", è la posizione scorretta in cui si trova il soldato: se si alza il braccio destro per lanciare una bomba, per prendere l'equilibrio e tirare, bisogna portare in avanti la gamba sinistra e non la destra come fa il nostro soldato. Ecco la particolarità: il saldato è stato realizzato in modo sbagliato. Il monumento era stato preparato per un altro paese, si dice Bagheria, ma essendo sbagliato venne rifiutato. Così Barrafranca lo acquistò a metà prezzo.




Negli anni '50, per creare una piazza più ampia, il monumento fu spostato più indietro, dove si trova attualmente. Da allora fino ai nostri giorni ha subito varie modifiche.


Dopo lo spostamento del monumento a fine piazza, attorno vi fu creata una protezione in marmo e circondata da catena (vedi foto a lato).
Negli anni divenne il punto di incontro dei ragazzi barresi che, andando a passeggiare con le famiglia, si riunivano davanti " u pupu" a giocare. Tradizione che tutt'oggi continua.

La foto mostra come si presentava il monumento nel 1989 quando ai piedi fu aggiunto un cannone, risalente alla 2 guerra mondiale e una lapide a ricordo dei caduti di tutte le guerre. Dopo l'ultimo restauro, la lapide è stata tolta e il cannone attualmente si trova presso il museo bellico di piazza Fratelli Messina a Barrafranca. (Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA

























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