venerdì 15 maggio 2020

Barrafranca e il culto di Sant’Isidoro agricoltore

Pala san Isidoro agricoltore
Il 15 maggio la Chiesa festeggia Sant’Isidoro agricoltore, protettore dei contadini.
A Barrafranca (EN) nella chiesa Maria SS. della Stella troviamo un’enorme pala d’Altare “Il miracolo di S. Isidoro agricola” di antica fattura, proveniente dall’ex chiesa del Purgatorio, sita vicino alla chiesa Maria SS. della Stella e demolita intorno al 1957, per costruire gli attuali locali parrocchiali. La presenza di una tela o meglio di una pala d’Altare di tale spessore artistico, denota come il popolo barrese dovesse avere, in tempi passati, una certa sensibilità e devozione verso il Santo spagnolo riconosciuto dalla Chiesa come protettore dei contadini. Ritornato al “Miracolo di S. Isidoro”, la pala è stata dipinta intorno al 1620 da Pietro D’Asaro (1579- 11 giugno 1647). Quest’artista, detto il monocolo di Racalmuto poiché nativo della cittadina in provincia di Agrigento, fu discepolo di Filippo Paladini. Nelle sue opere si firmava “Monocolus Racalmutensis". L’opera, proveniente dalla vicina chiesa del Purgatorio trasformata in oratorio nel 1956, è firmata dall’artista ma purtroppo non reca la data dell’esecuzione. La pala fu restaurata nel 1970 dalla Soprintendenza alle Gallerie e alle Opere d’Arte della Sicilia con sede a Palermo, e incorniciata nel 1997. Il restauro non ha reso più visibile la scritta ai piedi del quadro, riportata dal parroco Giunta nel suo libro “Brevi cenni storici su Barrafranca” e da Gaetano Vicari nella sua “Guida alle principali chiese di Barrafranca”: INFELIX MONUCULUS RACALMUTENSIS DISCIPULUS PALADINI FECIT. Il Santo è rappresentato durante uno dei suoi miracoli, quando gli Angeli aravano per lui, lasciandogli il tempo di pregare. Si racconta che durante le giornate di lavoro, spesso si fermasse a pregare. In questo frangente di tempo erano gli angeli a lavorare al posto suo con l’aratro e con i buoi. Al termine della giornata, Isidoro aveva mietuto la stessa quantità di grano di altri. Così al tempo dell’aratura: tanta orazione, ma alla fine della giornata tutta la sua parte di terra era dissodata. D’Asaro pone al centro della scena i personaggi mentre nello sfondo si prospetta la scena dei buoi nell'atto di arare. La pala è citata nell'Enciclopedia Treccani alla voce D’Asaro Pietro.
Il culto di Sant'Isidoro si diffuse in Sicilia negli anni del vice regno spagnolo (1516 -1713), in quanto il Santo è patrono della città di Madrid e protettore della Famiglia Reale di Spagna. Molti i paesi della Sicilia che ne festeggiano il culto, come a Giarre (CT) di cui è il patrono, e molte chiese siciliane sono a lui dedicate. La presenza del quadro ci può far ipotizzare che anche a Barrafranca vi era il culto del Santo, protettore dei campi e dei raccolti.
San Isidoro nacque a Madrid intorno al 1070 e lasciò giovanissimo la casa paterna per essere impiegato come contadino. Grazie al suo impegno i campi, che fino allora rendevano poco, diedero molto frutto. Nonostante lavorasse duramente la terra, partecipava ogni giorno all'Eucaristia e dedicava molto spazio alla preghiera, tanto che alcuni colleghi invidiosi lo accusarono, peraltro ingiustamente, di togliere ore al lavoro. Quando Madrid fu conquistata dagli Almoravidi, si rifugiò a Torrelaguna, dove sposò la giovane Maria. Un matrimonio che fu sempre contraddistinto dalla grande attenzione verso i più poveri, con cui condividevano il poco che possedeva. Nessuno si allontanava da Isidoro senza aver ricevuto qualcosa. Morì il 15 maggio 1130. Fu canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV, grazie a un grosso miracolo che Isidoro fece in favore del re Filippo II. Le sue spoglie sono conservate nella chiesa madrilena di Sant'Andrea.
P.S. Nella foto sopra, davanti alla pala del “Il miracolo di S. Isidoro agricola” è posta una statua in cartapesta di San Luigi Gonzaga, opera di Giuseppe Fantauzzo. (Foto e materiale sono soggetti a copyright)

RITA BEVILACQUA 

Nessun commento:

Posta un commento