lu pani a fedda a fedda
lu vinu a canatedda
quattro scocchi di zagareddi”
(Barrafranca)
oppure:
“Luna lunedda
fammi ‘na cudduredda
fammilla bedda granni
quanti l’amuri di San Giuvanni”
recitano
alcune filastrocche siciliane.
Nella
prima di queste filastrocche si fa menzione del pane a fette; nella seconda
si prega la luna di fare una ciambella o una focaccina (cudduredda).
Queste
filastrocche hanno tutte un significato mitologico e si legano a una leggenda
della tradizione popolare siciliana, anche se varia nella versione, che
racconta la nascita della luna da una fornaia. Non è casuale che la luna,
assieme al vino, prodotti essenziali di nutrimento, debbano la loro origine
alla luna, vista dai contadini come dispensatrice di provvidenza, ricchezza e
felicità. Per gli antichi era la più grande
divinità cosmica dopo il sole e fin dai primi popoli agricoltori fu oggetto di
culti mitologici, e punto di riferimento per conoscere il tempo. Difatti, la
luna è il simbolo dei ritmi biologici: cresce, decresce e scompare, e torna
sempre a rinascere, riappare. Lei influenza la
vegetazione, la nascita degli armenti, il lavoro dei campi: anticamente
i contadini si attenevano alle diverse fasi della luna per scegliere il momento
di arare, di seminare; insomma tutto ciò che riguardava la vita dell’uomo. Per questo motivo la luna è invocata da fanciulli e
da adulti, da uomini e da donne.
foto dal web |
Molte leggende sulla luna li ritroviamo raccolte negli
scritti dell’antropologo Giuseppe Pitrè.
Ne riportiamo alcune. La
luna, secondo la leggenda, era figlia di una fornaia: ed ha il viso mezzo
imbrattato, perché una volta ebbe voglia di un cudduruni (focaccia) e lo chiese
a sua madre; la quale preso lo spazzaforno (scupazzu) glielo diede sul muso
(Riesi-CL). La luna, prima d'esser luna, era una ragazza molto vanitosa; e un
giorno di estate, che faceva un caldo indiavolato, mentre la madre spazzava il
forno, lei invece d'aiutarla in quella fatica, se ne stava allo specchio ad
abbellirsi. La madre, indispettita di ciò, le diede un colpo di spazzaforno
sulla sfaccia e la sporcò di nero (Naso- ME). Un’altra versione della leggenda dice che la luna era sorella del
sole, che questo se ne invaghì e la sedusse, e la madre, fornaia, saputo il
fatto, le diede lo spazzaforno sulla faccia, condannando i due figliuoli ad
errare perpetuamente per il cielo, rimanendo l'uno privo di moglie, l'altra
priva di marito. Dice anche che per la vergogna di quello sbaglio, la luna
si presenta una volta sola ogni mese in tutta la pienezza (Plenilunio), e che le rimase in cuore un odio implacabile per il fratello:
ragione, questa, per la quale ogni volta che s'incontrano, s'aggrissanu, succede l'ecclissi. Ed a provare di ciò, affermano i contadini, basta mettere in una
catinella dell'acqua chiara alla finestra quando ha luogo l’incontro di giorno,
e vi si vedrà il sole e la luna azzuffarsi di santa ragione. (Naso-ME)
(Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
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