domenica 25 maggio 2014

Ex chiesa di san Giuseppe (parte II)

Dopo la chiusura al culto, la chiesa rimase lì maestosa, ferma nello spazio ma soprattutto nel tempo. Non più utilizzata, la statua del patriarca san Giuseppe che tiene per mano il bimbo Gesù, fu portata nella chiesa Madre (sita di fronte, nell'attuale piazza Bongiovì), come pure altri arredi, molte cose rimasero in chiesa e di altre non si seppe più nulla. Era diventata il magazzino di "posteggio" delle macchine processionali che servivano per le feste della vicina chiesa Madre.
Tante volte il suo sagrato aveva visto uscire il "Crocifisso miracoloso", tanto amato dai barresi, tanta volte aveva ospitato il fercolo dall'Addolorata durante la antiche funzioni che si tenevano la mattina del Venerdì Santo, tante volte si era festeggiato san Giuseppe, tante volte la sua campana aveva suonato a raccolta durante le manifestazioni dei fasci dei lavoratori di fine 800.
Adesso tutto è avvolto nel silenzio, nell'oscurità, il collegio che fino agli anni '50 ospitava delle orfanelle, adesso è chiuso. Quante cose erano successe da quel lontano 1667 quando, come scrive lo storico Giunta, il sacerdote D. Melchiore Russo in data 5 dicembre 1667 chiede a monsignor Bonadies, vescovo di Catania, di poter edificare a sue spese una chiesa al patriarca san Giuseppe.  Ormai priva del suo tetto (chissà dove sono andate a finire le statue della santa famiglia poste sopra il timpano della facciata?), la chiesa aveva perso il suo splendore.
La campana della chiesa fu salvata e attualmente si trova nei locali dalla chiesa Santa Maria di Nazareth, mai utilizzata.
Così "l'allora" parroco della chiesa Madre pensò bene di barattare, con "l'allora" consiglio comunale, l'antica chiesa lasciando lo spazio al comune che, distruggendola, avrebbe avuto un'ampia piazza, mentre secondo alcuni il parroco ebbe un lotto di terreno edificabile lungo il viale Signore Ritrovato, secondo altri fu distrutta per poter edificare la nuova chiesa che doveva costruirsi nello spiazzo circostante al villaggio UNRRA l'attuale chiesa Santa Famiglia di Nazareth.
Ormai tutto era compiuto: iniziarono i lavori di "distruzione" della chiesa, in barba all'antico arredo che conservava capitelli a torciglione, altare ligneo e pulpito in stile barocco (il pulpito grazie a padre Benedetto Mallia, che lo ha ritrovato nei sotterranei della chiesa Madre, è stato restaurato e si trova nella suddetta chiesa), lampadari in vetro, un cimitero sotterraneo, i cui cunicoli conducevano al "convento francescano" e  tanto altro.
Dell'antica chiesa non rimasero che pochi ruderi: quella parte di parete che confinava con la vicina abitazione (sulla sinistra della foto). Tutto il resto venne distrutto, senza tener conto che si trattava di un patrimonio non del "singolo parroco di turno", ma di tutta la popolazione barrese.
Allora era più facile demolire che restaurare: come pure è successo per il vecchio carcere demolito nel 1983 (di cui parlerò al più presto).
Nella III parte si parlerà di quello che attualmente è diventato lo spiazzo dell'ex chiesa di san Giuseppe.(Foto e materiale sono soggetti a copyright)

RITA BEVILACQUA




Nessun commento:

Posta un commento