martedì 4 settembre 2018

MARIA SS DELLA STELLA- tradizioni e folklore

La devozione dei barresi a Maria SS della Stella è di antica origine. Compatrona del paese, viene festeggiata con tradizioni folkloristiche paricolarti.
Un'espressione di arte popolare, caratteristica di questa festa, è la costruzione delle "STELLE di CARTA VELINA".
Stella di carta velina realizzata da Giuseppe Danilo Cumia
Di antica origine, anticamente venivano usate  come semplici abbellimenti, appese alle porte delle case site lungo il percorso della processione. Quando arrivò l'elettricità a Barrafranca, furono usate per illuminare le strade, data la scarsa illuminazione pubblica.
Queste hanno una struttura tridimensionale  realizzate con canne, carta velina di diversi colori e colla di farina e vengono illuminate grazie ad una lampadina posta all'interno. Adesso sono poche le "stelle di carta velina" appese ai balconi, anche perché sono pochi quelli che riescono a realizzare.
 Stella realizzata in legno dal signor Angelo Scordo 
Uno di questi è Giuseppe Danilo Cumia che ha imparato la tecnica dal maestro Orofino.
Accanto a qualche "stella di carta velina", si trovano anche stelle realizzate in altri materiali: come questa della foto a sinista realizzata in legno dal signor Angelo Scordo intorno agli anni'50. 
Altra antica tradizione è la preparazione del "torrone di mandorle". Anticamente non c'era famiglia barrese che, nei giorni prima la festa, non preparasse a casa il torrone, da consumare giorno 8 in onore della Madonna. Si sa che la festa coincideva con la raccolta delle mandorle (adesso la raccolta viene anticipata), di cui il territorio barrese è uno dei maggiori produttori del territorio ennese.Fatto in modo semplice con mandorle e zucchero, girato e rigirato in un gran pentolone, finché lo zucchero non si sciolga e si amalgami con le mandorle, era il dolce tipico della festa.
7 settembre del 2012
Il 7 settembre del 2012, presso piazza Fratelli Messina, fu preparata un'enorme stella, tutta realizzata in torrone, alla presenza di un folto pubblico di barresi. Alla fine il torrone venne distribuito alla popolazione.
Ma la tradizione per eccellenza che contraddistingue la nostra festa è la manifestazione chiama "Ritini".
I "Ritini" sono una sfilata che si svolge nel pomeriggio di giorno 8 e termina prima della messa vespertina, celebrata in onore della Madonna. Si tratta, come dicevo prima, di una sfilata di cavalli  muli e carretti, bardati con sfarzosi pennecchi, selle rivestite di seta ricamata e munite di sonagli e specchietti che brillano al sole.
Carretto durante la sfilata dei ritini

I carretti, tipici siciliani, sono di mirabile fattura, alcuni realizzati dall'artista barrese Roberto Caputo in cui sono presenti non solo le classiche scene siciliane, ma anche particolari della nostra festa.
Sia i cavalli che i carretti trasportano il grano offerto come ex voto dai fedeli per "grazia ricevuta" o, come avveniva in passato, per ringraziare la Madonna del raccolto avuto e chiederle protezione per la prossima stagione.
Il grano viene trasportato sui cavalli mediante "bisacce" rinforzate agli angoli con cuoio nero e ornati con fiocchetti colorati. Alcuni recano pure l'immagine della Madonna.
Bisacce
Anticamente le piccole quantità di grano offerte dalla povera gente venivano posizionate sui carretti, mentre le famiglie più ricche ed importanti del paese, avevano i loro fattori, che trasportavano il grano sulle proprie mule, sistemato nei "varduna" ("basto"-grossa sella realizzata in legno, che si carica sui cavalli per trasportare ceste o altro carico).
Quando tutto il grano offerto viene raccolto, cavalli e carretti si incontrano all'inizio del paese e carichi di grano, sfilano per le strade del paese, accompagnati dagli sbandieratori e dalla banda musicale fino alla chiesa Maria SS. della Stella, dove li attende un'immensa folla pronta a vederli correre verso i magazzini della chiesa dove il grano verrà consegnato. Anticamente era propiziatorio andare a vedere la quantità di grano che si era accumulata al magazzino, perché dalla quantità accumulata si capiva l'abbondanza dei raccolti: più era il grano donato più abbondanti erano stati i raccolti.
Questa antica tradizione ancora resiste all'usura del tempo, anche se con le dovute trasformazioni che l'evoluzione sociale comporta: adesso le quantità di grano donate sono inferiori rispetto al passato; inoltre la devozione, più semplice ma sincera, che contraddistingueva la religiosità "popolare" di una volta è mutata, basata soprattutto sulle regole del commercio e di un modo più disincantato di vedere la vita.
(Foto e materiale è soggetto a copyright)

RITA BEVILACQUA

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