venerdì 14 settembre 2018

In occasione dell’Esaltazione della Croce, Barrafranca celebra il SS. Crocifisso




L’ESALTAZIONE della CROCE, che ricorre il 14 settembre, è una ricorrenza religiosa in cui la Chiesa commemora “LA CROCE” dove fu Cristo fu Crocifisso. La glorificazione di Cristo passa attraverso il supplizio della croce e l’antitesi sofferenza-glorificazione diventa fondamentale nella storia della Redenzione: Cristo, incarnato nella sua realtà concreta umano-divina, si sottomette volontariamente all’umiliante condizione di schiavo (la croce, dal latino “crux”, cioè tormento, era riservata agli schiavi) e il supplizio viene tramutato in gloria. La croce diventa il simbolo e il compendio della religione cristiana. La data scelta ricorda il ritrovamento della croce di Gesù da parte di sant’Elena, avvenuto nel IV secolo e secondo la tradizione proprio il 14 settembre: in quel giorno la reliquia fu alzata dal vescovo di Gerusalemme di fronte al popolo, che fu invitato all’adorazione. La festa in onore della Croce venne celebrata la prima volta nel 335, in occasione della “Crucem” sul Golgota, e quella “dell’Anàstasis”, cioè della Risurrezione. Col termine di “esaltazione”, che traduce il greco hypsòsis, la festa passò anche in Occidente, e a partire dal secolo VII, essa voleva commemorare il recupero della preziosa reliquia fatto dall’imperatore Eraclio nel 628 d.C.

In occasione della festa, a Barrafranca (EN) i fedeli possono rivedere e adorare il SS. Crocifisso, che si trova nella chiesa Madre. Tutto l’anno il Santissimo è custodito dentro ad un tabernacolo posto nell’omonimo altare e viene “svelato” ed esposto ai fedeli solo tre volte l’anno: il Venerdì Santo, che è portato in processione, l’Ottava del venerdì santo, per le funzioni in chiesa e il 14 settembre, in occasione della festa dell’esaltazione della Croce. I fedeli troveranno il Santissimo esposto nell’ altare maggiore e avranno anche la possibilità di partecipare alle funzioni liturgiche, alla fine delle quali potranno baciare il Santissimo e portare a casa il cotone benedetto. Ogni anno per l’occasione la Chiesa Madre è gremita di persone che vanno a render omaggio al Santissimo, a pregare e, secondo una pratica cristiana, a baciarlo. A conclusione della giornata,  in religioso silenzio il popolo dei fedeli aspetta che il Santissimo venga velato e riposto nella teca che lo custodisce tutto l’anno. Ritornerà tra i suoi fedeli nella giornata del Venerdì Santo.
Ma che valenza assume nel culto cristiano questo bacio?

L’atto del baciare è uno dei gesti più usati nella vita sociale: si baciano i figli, i coniugi, gli amici. Anche nel culto cristiano, il bacio ha un’importante valenza simbolica. Come gesto, il bacio appartiene a quel linguaggio non verbale che è pur tipico della liturgia e della devozione: ne sono esempio il baciare immaginette sacre, statue e soprattutto le immagini del Crocifisso. Questa è una consuetudine molto antica e deriva dall'usanza che c’era a Gerusalemme di far baciare il “Legno della Croce” ai pellegrini, perché quel Legno fu reso sacro dal Sangue del Signore e quindi era un gesto di venerazione verso Nostro Signore che patisce e muore in Croce per noi. Da Gerusalemme, tramite i pellegrini l’adorazione della Croce arrivò alle altre Chiese.  Non esistono altre occasioni liturgiche che prevedano cose simili. Vi è, però, in molte occasioni la tradizione (non liturgica) di venerare la Vergine Maria o i Santi (soprattutto le reliquie) con il bacio. Dopo il Concilio Vaticano II, con l’istituzione «Inter Oecumenici» del 1964 (n. 36), sono stati soppressi diversi baci a oggetti sacri. In questo contesto, il bacio diventa elemento di comunicazione, sia a livello antropologico e psicologico e, di conseguenza, come segno per esprimere un atteggiamento di fede. Quando i fedeli a massa si recano a “baciare” il SS. Crocifisso inchiodato alla Croce non fanno altro che andare ad adorare, con sentimenti di amore riverenziale, chi è morto in croce per salvare l’umanità, a entrare in comunione con le sue sofferenze. Il bacio diventa così centrale nel momento dell’adorazione: permette al fedele un contatto fisico diretto con il Cristo, divenendo simbolo di unione e riconciliazione. 
Fonte: Rita Bevilacqua, SETTIMANA SANTA A BARRAFRANCA, Bonfirraro Editore, 2014 (Foto e materiale sono soggetti a copyright)

RITA BEVILACQUA 



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