Incoronazione con monsignor Sebastiano Rosso |
Sono già passati
quarant’anni dalla Solenne Incoronazione delle immagini della Madonna e del
Bambino raffigurati nella nuova tela di Maria SS. della Stella, compatrona di
Barrafranca (EN) dipinta allora dal pittore barrese prof. Gaetano Vicari.
A
causa di un furto sacrilego, avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 giugno del
1977, la città di Barrafranca era rimasta orfana dell’effige della sua
Compatrona, protettrice e Madre amorevole. Era necessario che il popolo avesse
una nuova effige di Maria, appellata della Stella, che li proteggesse, che li
aiutasse nei momenti più difficili.
La signora Maria Caltavuturo |
Grazie ad un concorso indetto da don Giuseppe
Zafarana, parroco della chiesa Maria SS. della Stella e dalla Commissione
diocesana di Arte Sacra, il 13 agosto 1978 Barrafranca ebbe la nuova tela di
Maria SS. della Stella, realizzata dal pittore barrese Gaetano Vicari. Il 30
agosto alla presenza del Vicari e di tanti fedeli, la nuova tela di Maria SS.
della Stella entra per la prima volta nell’omonima chiesa e viene benedetta dal
parroco don Giuseppe Zafarana. La Solenne Incoronazione della Madonna e del
Bambino avvenne invece durante le celebrazioni solenni del 7 settembre 1978.
In
una chiesa gremita di barresi, alla presenza del sindaco di Barrafranca
professor Totò Faraci, delle autorità civili e del clero barrese, Sua
Eccellenza mons. Sebastiano Rosso, allora vescovo della diocesi di Piazza Armerina,
incorona l’immagine della Madonna e del Bambino con nuove Corone e nuovo stellario in argento tempestate da acque marine e topazi, opera di Santo Gambino (Ditta Fredi di Catania). Il tutto fu offerto dalla signora Maria Caltavuturo, vedova del professor Calogero Ferreri, da
sempre devota alla Madonna.
Diploma di Primo premio |
Ricordando quei momenti, Gaetano Vicari racconta
che il giorno dell’incoronazione, la dodicesima stella dello stellario non fu affissa alla tela, perché la dodicesima era applicata sulla
corona. La tredicesima stella fu donata, insieme al diploma di Primo Premio
all’autore del dipinto Gaetano Vicari, il 12/08/1978 dal Parroco di allora. Nel
2014 è stata aggiunta allo stellario la dodicesima stella realizzata
dall'Argenteria Amato di Palermo, perfettamente uguale alle altre. Inoltre l’illustre pittore si rammarica del fatto che il quarantesimo
anniversario stia passando inosservato.
Incoronazione della Vergine Maria |
Riportiamo
una parte della testimonianza del pittore Gaetano Vicari manifestata in occasione del 30°
anniversario della benedizione e incoronazione del nuovo quadro di Maria SS.
della Stella, anno 2008 (Il testo integrale si trova nel sito
www.gaetanovicari.it)
«Decisi
di partecipare e mi adoperai a procurare la tela e tutto l’occorrente di ottima
qualità. Il compito però era molto arduo perché si trattava di rifare un’opera
che avrebbe sostituito la vecchia immagine, alla quale il popolo barrese era
legato da sentimenti antichissimi di fede e devozione. La Madonna della Stella aveva
assunto per Barrafranca a poco a poco un grande valore familiare e affettivo a
discapito del patrono sant’Alessandro.
Maturò
così in me l’idea che, per continuare la tradizione, avrei concepito una
composizione con la stessa sagoma della vecchia, nella quale la Madonna che
allatta il Bambino con i due santi ai lati sarebbe stata formulata con
soluzioni personali, anche se classicheggianti.
Cominciando
l’esecuzione di questa intuizione, ben presto capii che si sarebbero presentate
diverse difficoltà da risolvere e superare. Per iniziare, cercai di riprodurre
le parti dell’antico dipinto che ritenevo più adatte all’idea che avevo progettato,
come il cielo e, nei limiti del possibile, la figura del san Giovanni; ma gli
altri personaggi dovevano essere completamente rielaborati.
Avevo
trasferito lo studio pittorico in un casolare di campagna, dove ogni giorno mi
recavo a dipingere. Mi dedicai al quadro per quasi tre mesi. Fu un lavoro
intenso, pieno di fervore e di delusioni, di ripensamenti e di soddisfazioni.
Quante volte accarezzai con il pennello le gote della Madonna; quante volte
rifeci e corressi gli occhi, cercando quello sguardo materno e puro; quante
volte rifeci l’accenno del sorriso delle labbra: rifacevo, cercavo, sfumavo per
trovare tra sguardo e sorriso quell’equilibrio, che avrebbe prodotto e fissato
l’espressione materna, umana e sovrumana della Madre di Dio.
La
figura di sant’Alessandro (per alcuni San Luca) non mi diede tanti problemi
anzi mi procurò delle soddisfazioni nella realizzazione del broccato del
piviale, della sua fibbia cesellata e dell’anello papale. (Stranamente il santo
tiene in mano un libro, oggetto che forse avvalora la tesi la quale sostiene
che prima si trattasse di san Luca, che adornato “con mitra e pastorale” [di
questo non c’era e non c’è traccia nel dipinto] fu trasformato in
sant’Alessandro).
Come
ho prima accennato l’attuazione di san Giovanni Battista fu la più vicina
all’originale, anche se nell’eseguirla dovetti ricostruire l’anatomia del petto
e del braccio, nell’antico dipinto troppo villosi, e rifare più realisticamente
la canna e l’agnello.
Tela Maria SS della Stella del pittore Gaetano Vicari |
La
parte del dipinto con la figura della Vergine doveva essere la più
studiata, perché, come perno della struttura, doveva creare, con
l’alternanza dei volumi, profondità, equilibrio e consistenza
all’insieme. La sagoma antica, che anche qui volli mantenere, determinò diverse
difficoltà, specialmente nella posizione del Bambino, nell’originale troppo
alto. La mammella che allatta, di conseguenza, risultò anatomicamente
inesatta (cosa che suscitò alcune critiche), anche se sostenuta e sollevata
dalla mano della Vergine; e il cuscino su cui siede il Bambino divenne troppo
pieno e un po’ sproporzionato: avrei potuto ovviare a questi “difetti”,
abbassando il Bambino, ma preferii restare fedele al progetto iniziale. Nella
mia scelta fui anche confortato dalle diverse iconografie della Madonna nel
corso dei secoli in cui non sono rispettate le proporzioni anatomiche, ma le
esigenze emozionali ed istintive dei singoli autori.
Il
panneggio del manto e della veste, interamente ricostruito, contribuì a dare
profondità alla composizione nella successione delle parti in avanti illuminate
dal ceruleo e dal rosa, e di quelle indietro ombreggiate e rese più profonde
dall’oltremare e dal rosso cadmio scuro.
Per finire ricreai la base del trono, della
quale nell’originale non c’era traccia, per ripristinare la posizione della
Vergine seduta, rispetto ai due Santi ai lati in piedi. La struttura risultò
così ben definita su diversi piani, con i due Santi che si stagliano su un
cielo mattutino, posti un po’ indietro, e con la Madonna sul trono in primo
piano, la quale avanza in uno slancio d’amore verso i fedeli.
Durante
i mesi di incessante lavoro pittorico, il casolare di campagna fu meta di molte
visite: amici, parenti, conoscenti venivano a trovarmi per vedermi dipingere e
per ammirare l’opera, che a poco a poco prendeva forma. Molte cose furono
motivo di discussione, qualche piccolo “difetto”, visto o scoperto da occhi
diversi dai miei, venne corretto; altri particolari, frutto di convincimento
ragionato, rimasero tali e quali…ma tutti erano concordi nel sostenere la
validità dell’ impostazione e l’armonia della composizione. (Venne anche il
parroco don Giuseppe Zafarana ed un pittore barrese partecipante allo stesso
Concorso).
Il pittore Gaetano Vicari e don Giuseppe Zafarana |
Man
mano che il lavoro procedeva, si rafforzava in me la convinzione di andare
creando una pala la quale mi recava, nell'esecuzione e nel risultato
dell’abbozzo generale, una sensazione di appagamento, che mi spronava a
proseguire, anche perché la scadenza della consegna incalzava.
Finita la fase della schematizzazione complessiva, mi dedicai alla cura dei
particolari, cercando di non disturbare l’armonia e l’equilibrio dell’insieme.
Le
ultime rifiniture e i ritocchi richiesero molto tempo, anche perché in una tela
di quelle proporzioni non si finiva mai di correggere, rivedere, ritoccare,
sfumare… riservai speciale attenzione allo sfavillìo degli ori dei bordi, delle
stelle e delle aureole (delle quali ho mantenuto le proporzioni originali,
restando quella di San Giovanni più piccola rispetto alle altre), in un gioco
equilibrato di ocra oro e giallo di cadmio. All’ultimo momento dovetti
dipingere anche lo Stellario e la piccola stella cometa sul manto, (un amico mi
aiutò a dividere il cerchio in dodici parti uguali).
Allo
scadere del tempo, a discapito della fatica fisica e mentale per l’impegno di
mesi, l’immagine di Maria S.S. della Stella era completata: il dipinto nel suo
insieme mi dava un senso di soddisfazione, percezione che cresceva man mano che
osservavo il quadro anche nei particolari; e mi consolava il fatto che chi lo
ammirava per la prima volta e coloro che lo avevano visto realizzarsi
esprimessero tutti lo stesso consenso. GAETANO VICARI»
(Foto e materiale sono soggetti a copyright)
RITA BEVILACQUA
Corona della Vergine Maria |
Corona del Bambin Gesù |
Stellario |
(Foto e materiale sono soggetti a copyright)
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